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Due giorni fa il Ministero dell’Istruzione (MIUR) ha pubblicato le tabelle con i primi risultati relativi agli Esami di Stato della scuola secondaria di II grado.
E…udite udite, i numeri evidenziano un’Italia divisa a metà con la Puglia che svetta. Infatti, in termini di dati assoluti, le regioni con il più alto numero di lodi sono Puglia (1.066), Campania (860) e Lazio (574). E guardando al rapporto percentuale tra diplomati con lode e popolazione scolastica territoriale, in Puglia ha conseguito il voto massimo il 3% dei maturandi, in Umbria il 2,2%, nelle Marche il 2,1%.
Le votazioni nei licei si confermano mediamente più alte: il 2,2% consegue la lode, l’8% ha avuto 100, l’11,4% tra 91 e 99, il 22,9% tra 81 e 90. Nei Tecnici e nei Professionali aumentano i 100 e lode. Nei Licei, a primeggiare tra le votazioni più alte è, ancora una volta, il Classico.
Tutto ciò sottolinea che quest’anno sono aumentate lievemente le percentuali di studenti diplomati con 100 e 100 e lode ed è cresciuta, nel contempo, la percentuale dei promossi con una votazione superiore a 70/100 con il 64,4% rispetto al 62,5% dello scorso anno.
Nel dettaglio, quest’anno è stato ammesso il 96% dei candidati scrutinati. Nel 2017 gli ammessi erano stati il 96,2%. Il 99,6% dei maturandi è stato promosso, contro il 99,5% di un anno fa.
Lieve aumento per le lodi: sono l’1,3%, un anno fa erano l’1,2%. I 100 salgono al 5,7%, rispetto al 5,3% dell’anno scorso. Le ragazze e i ragazzi con un voto fra 91 e 99 sono il 9%, nel 2017 erano all’8,5%. Il 19,6% degli studenti ha conseguito una votazione tra 81 e 90, rispetto al 18,9% dello scorso anno. In leggero aumento i 71-80: salgono al 28,8% dal 28,6% di un anno fa.
In diminuzione, invece, i punteggi sotto il 70: il 27,8% dei maturandi ha conseguito una votazione tra il 61 e il 70, fascia di voto che nel 2017 era stata conseguita dal 29%. I 60 scendono al 7,8%, rispetto all’8,5% del 2017.
Va comunque sottolineato che nonostante migliori l’istruzione italiana, non siamo ancora al pari della media europea: infatti si riscontra un miglioramento della quota di persone di 30-34 anni con titolo universitario e una diminuzione dell’uscita precoce dal sistema di istruzione e formazione, ma bisogna ancora fare tanto per mettere in atto azioni quali: il rafforzamento delle competenze di base, non solo per i giovani impegnati in percorsi formativi iniziali, ma anche per gli adulti che ne sono usciti; il contrasto alla dispersione e l’abbandono precoce degli studi (compresi quelli universitari); il miglioramento dell’inclusione sociale in tutti i percorsi di istruzione e formazione.
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