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Il reinserimento lavorativo dei detenuti, in Puglia, passa attraverso i fornelli. E’ stato presentato nei giorni scorsi un progetto dal titolo “Ri-esco in cucina” promosso dall’Ente di formazione ENAIP Impresa Sociale e da FORMEVER LAB, Start Innovativa a Vocazione Sociale di Foggia che opera nel settore della formazione con progetti di innovazione sociale.
Il progetto è stato finanziato dalla Regione Puglia e prevede, appunto, il reinserimento sociale delle persone sottoposte a misure detentive attraverso la partecipazione a un corso di formazione professionale della durata di 900 ore. In particolare saranno 10 i detenuti della Casa Circondariale di Lucera (FG) a poter ottenere, al termine del percorso formativo, la qualifica professionale di “Addetto alla ristorazione”. Durante l’intero percorso, i futuri chef saranno supportati da alcune figure strategiche: oltre al tutor d’aula è prevista la presenza di un accompagnatore per il sostegno educativo all’utenza e un mentore individuato dalla direzione dell’Istituto di pena, quindi un detenuto in possesso di qualifiche o esperienze professionali nel settore della ristorazione che svolgerà attività formativo/istruttive nei confronti degli altri partecipanti al corso. Il progetto prevede 600 ore di attività pratiche tra laboratori e tirocini, che saranno svolti in appositi spazi adibiti nel carcere e nella cucina nonché nel refettorio della struttura. Le attrezzature già presenti nel laboratorio dell’Istituto saranno integrate da ENAIP che metterà a disposizione strumenti come affettatrici, piastre a induzione, palmari per le comande.
ENAIP e FORMEVER LAB hanno creato una vera e propria rete per la realizzazione del progetto. Numerosi, infatti, i partner che hanno aderito all’iniziativa: Comune di Lucera – Istituto di Istruzione Secondaria Luigi Einaudi di Foggia – Ristorante Masseria Montaratro di Lucera – La Roscia New Pizzeria Braceria di Foggia – le Aziende di ristorazione collettiva e catering di Lucera Gam srl e Digma Service srl – Società Cooperativa Daunia Ferens di Foggia per il servizio di catering e noleggio di arredi e attrezzature – Osservatorio Giulia e Rossella Centro Antiviolenza di Barletta con sede operativa a Lucera – Associazione di volontariato I Diversabili Onlus – Centro di Servizio al Volontariato di Foggia – ARCI Comitato Provinciale di Foggia – APS JACO di Foggia – Cooperativa Sociale Costruire un sogno di Foggia – Libera Associazione di Volontariato Croce Blu di Lucera – APS Ad Personam di Manfredonia – ACLI sede provinciale di Foggia – Apulia Digital Maker di Foggia.
Si tratta di una iniziativa ad elevato impatto sociale che Formever Lab, in qualità di Start Up Innovativa a Vocazione Sociale, quantificherà attraverso il calcolo di un preciso indicatore. Una novità rispetto al passato: l’impatto di un progetto è sempre stato calcolato solo in termini di raggiungimento o meno degli obiettivi prefissati. In questo caso Formever Lab esprimerà l’impatto sociale anche in termini monetari, cioè quanto valore avrà prodotto ogni euro investito nel progetto.
Sono nata ad Avezzano (L’Aquila) sotto il segno dell’acquario, il 18 febbraio 1981, e dal 2009 vivo a Montesilvano (Pescara). Socievole, chiacchierona e curiosa dalla nascita, ho assecondato questa naturale inclinazione laureandomi a 24 anni in Scienze della Comunicazione a Perugia e scegliendo il giornalismo come ragione di vita prima ancora che come professione. Dopo diverse esperienze come giornalista di carta stampata e televisiva, dal 2012 mi occupo di cronaca per il quotidiano abruzzese il Centro, oltre a curare diversi progetti come freelance. Tra le mie più grandi passioni, oltre alla scrittura, ci sono i viaggi, la fotografia e il cinema, che nel 2011 mi hanno portato a realizzare, come coautrice, un documentario internazionale sulla figura della donna nell’area del Mediterraneo. Dall’estate 2015 ho il privilegio di dirigere il portale Felicità pubblica. Indipendente, idealista e sognatrice, credo nella famiglia, nell’amore, nell’amicizia e nella meritocrazia e spero in un futuro lavorativo migliore per i giovani giornalisti che, come me, preferiscono tenere i sogni in valigia piuttosto che chiuderli in un cassetto.
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