Redazione
[email protected]
[email protected]
Direttore
[email protected]
Recover your password.
A password will be e-mailed to you.
Parlare di economia circolare è all’ordine del giorno e basare una società su questo tipo di economia richiede cambiamenti radicali. La transizione dall’economia lineare verso quella circolare sposta l’attenzione sul riutilizzare, aggiustare, rinnovare e riciclare i materiali e i prodotti esistenti. Quello che normalmente si considerava come “rifiuto” può essere trasformato in una risorsa. Oltre al fatto che richiede anche la partecipazione e l’impegno di diversi gruppi di persone.
Ecco che l’Enea – Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile – interviene promuovendo il lancio di una Piattaforma dell’economia tutta italiana: la Italian circular economy stakeholder platform – Icesp. Tra le prime adesioni troviamo Confindustria, Enel, Intesa San Paolo, Unioncamere e i Ministeri dello Sviluppo economico e dell’Ambiente, Ama, Cna, Hera, Remedia, Unicircular, Ilva, Alma Mater Università di Bologna, Fondazione Sviluppo sostenibile, Agenzia per la coesione territoriale, Anci e le Regioni Emilia-Romagna, Puglia e Lazio.
Tale piattaforma altro non è che “un network di network” che mira a creare un punto di convergenza nazionale sulle iniziative, le esperienze, le criticità, le prospettive e le aspettative sull’economia circolare che il sistema Italia vuole e può rappresentare in Europa con un’unica voce, promuovendo il modo italiano di fare economia circolare. I suoi compiti saranno quelli di mappare le iniziative italiane e diffonderne la conoscenza per un approccio uniforme degli Stati membri, ma “a partire dai territori e dalle tradizioni culturali”.
Federico Testa, presidente Enea, spiega come “l’economia circolare in questo momento è assolutamente di moda e piace a tutti, però non vuol dire solo smaltimento intelligente dei rifiuti ma partire dal primo step del processo produttivo e pensare a come ottenere il risultato finale. Noi ci crediamo molto perchè siamo assolutamente convinti che se vogliamo passare dagli slogan alla realtà serve tanta competenza”. Ora, però, “c’è bisogno di mettere attorno al tavolo chi ci vuole lavorare davvero e iniziare a fare sul serio. É molto difficile ma si deve iniziare per coordinare tante iniziative sul territorio che spesso non si parlano. Enea”, continua Testa, “ha avuto l’opportunità di entrare nella piattaforma europea degli stakeholder e ne siamo orgogliosi, quindi vogliamo replicare questo schema a livello nazionale e territoriale, perchè senza non se ne fa niente, e per andare avanti. Siamo aperti a tutti coloro che vogliano far parte di questa piattaforma che vuole agire concretamente. Come Enea mettiamo a disposizione la nostra presenza a livello europeo perché le realtà italiane possano avere ascolto anche in Europa”.
Fulvia Raffaelli della Commissione europea, inoltre, aggiunge che “questa economia è un piano di rilancio industriale per un nuovo paradigma che punta a sostenibilità e innovazione. Un elemento dell’ingranaggio di trasformazione dell’assetto produttivo in Europa, parte integrante della strategia industriale adottata a settembre 2017 e in armonia con le strategie di bioeconomia. Approcci non diversi, ma complementari l’un l’altro”.
Una piattaforma anche per “capire dove stiamo andando e come ci stiamo andando, perchè la misurazione è importante”, spiega Roberto Morabito di Enea, “e per ‘mettere a sistema’ il Paese con una serie di indicatori, dal livello macro, il Paese, a quello micro, i territori”. Tutto questo anche per “sottolineare il ruolo dei territori e delle città nel motore dell’economia circolare – aggiunge Morabito – con un approccio culturale che tenga conto degli stili di produzione locali”.
Arrivata dalla Puglia in Abruzzo nel 1988, da allora vivo felicemente a Pescara con i miei figli, Davide e Luna, e mio marito. Ho realizzato i miei studi a Barletta frequentando prima il Liceo Scientifico Statale e, in seguito, un Corso parauniversitario in Servizi Sociali. Questo primo approccio professionale al sociale e alle sue tematiche ha segnato la mia vocazione: aiutare le persone in stato di bisogno/difficoltà offrendo soluzioni e opportunità di benessere comune. Anche la formazione professionale ha avuto un ruolo considerevole nel mio percorso lavorativo. Dalla collaborazione, prima, con una importante agenzia formativa piemontese a quella successiva, per undici anni, con un’agenzia a partecipazione pubblica, ho perfezionato le mie competenze in attività di coordinamento, monitoraggio e valutazione anche di progetti complessi a valere su finanziamenti regionali, nazionali e comunitari. Da qualche mese, insieme ai miei amici e colleghi, sto vivendo una nuova sfida: Social Hub, società cooperativa con una forte vocazione all’economia civile oltre che alla consulenza e ai servizi all’impresa. Quale migliore opportunità per tornare al mio mondo sociale?
Recover your password.
A password will be e-mailed to you.