Redazione
[email protected]
[email protected]
Direttore
[email protected]
Recover your password.
A password will be e-mailed to you.
Il riscaldamento globale non provoca solo desertificazioni e alluvioni ma influisce notevolmente sulla vita degli insetti, distruggendo i loro habitat.
È questa la conclusione di un nuovo studio pubblicato su Science da un team di ricercatori della britannica East Anglia University e dell’australiana James Cook University che rivelano i numerosi effetti dei diversi livelli di cambiamento climatico su 115.000 specie animali e vegetali, conducendo ricerche su 31.000 insetti, 8.000 uccelli, 1.700 mammiferi, 1.000 anfibi e 71.000 piante e rendendo questo rapporto il più esteso in materia.
È facile quindi intuire come il problema diventi a cascata: con la sparizione degli insetti, non c’è nessuno che impollini le piante e, se non ci saranno nuove piante, non ci sarà sufficiente alimentazione per gli animali che se ne nutrono, con la conseguenza che la catena alimentare salterà proprio alla sua base.
I ricercatori hanno considerato i diversi scenari che si avrebbero tenendo conto degli aumenti climatici in base all’accordo di Parigi, a seconda che si consideri un innalzamento della temperatura globale di 1,5 gradi (il più ottimista), di 2 gradi o di 3,2 gradi (quello a cui si arriverà nel 2100 se non si prenderanno provvedimenti).
Non è complicato capire come la situazione migliore sia quella di contenere il riscaldamento globale di 1,5 gradi, traendone enormi benefici per la biodiversità e la vita sul nostro pianeta.
In qualunque ipotesi però i più colpiti sarebbero gli insetti. Se infatti – afferma lo studio – mammiferi, uccelli, rettili, anfibi potrebbero migrare in cerca di un clima più congeniale, gli insetti molto meno e almeno la metà di loro non potrebbe sopravvivere al clima più elevato.
Un autore dello studio, Jeff Price dell’East Anglia University, ha concluso con esemplificazioni pratiche: «Gli esempi di animali che beneficeranno realmente di una limitazione del riscaldamento a 1,5 gradi includono il rinoceronte nero, già fortemente minacciato dal bracconaggio e dalla perdita di habitat. Ci sono anche specie importanti nella teoria evolutiva e studiate dai tempi di Charles Darwin che ne trarrebbero grande beneficio. Tra questi ci sono i fringuelli di Darwin delle Galapagos, e il fringuello terricolo grosso».
Sono nata a Milano il 3 giugno 1957 da genitori piemontesi. Mi sento però a tutti gli effetti milanese perché amo profondamente la mia città. Ho frequentato il Liceo Classico Omero, percorso di studi che rifarei senza alcuna remora. Amo tutta la letteratura e tutti i libri che siano degni di chiamarsi tali e possiedo una notevole libreria in casa, tant’è che ho fatto rinforzare i pavimenti.
Ho svolto nel corso degli anni praticamente tutti i lavori inerenti ad aziende di commercio alimentare, dall’import alla contabilità, alla conoscenza dei prodotti.
Sono poi passata a interessarmi di economia e finanza ma le mie passioni rimangono quelle umanistiche, in particolare la Storia. Mi piace molto scrivere, attività che ho sempre svolto con molta passione.
Adoro tutta la musica, da quella classica a quella contemporanea, da quella popolare a quella cantautoriale.
Mi diverto a cucinare i piatti della tradizione e, ahimè, oltre a cucinarli, li mangio.
Mi piacciono le sfide e amo confrontarmi con gli altri, per questo sono contenta di collaborare con Felicità Pubblica che me ne dà l’opportunità…
Prev Post
Recover your password.
A password will be e-mailed to you.