- Felicità Pubblica - http://www.felicitapubblica.it -

“Facciamo un patto?”: sì, noi stiamo con Unicef e con i bambini

E’ tempo di programmi elettorali, di caccia agli elettori dell’ultima ora, di grandi promesse in vista della chiamata alle urne del 4 marzo. Ma questa è anche l’occasione, forse, di essere presi in considerazione maggiormente da parte di chi sta per andare al governo e ha, quindi, la possibilità di cambiare realmente le cose una volta arrivato a Palazzo Chigi.

Per questa ragione, in queste settimane, sono diverse le richieste che arrivano ai candidati da parte di associazioni, movimenti o semplici comitati di cittadini riuniti in nome di una causa comune. Tra le tante, ci piace ricordare quella lanciata da Unicef, perché come sappiamo i bambini sono le categorie più fragili da proteggere e rispettare, ma soprattutto perché sono i cittadini di domani.

Ecco che allora la grande organizzazione umanitaria che da anni si occupa della tutela dei più piccoli ha deciso di lanciare un’iniziativa, alla quale è collegata anche una petizione online che potrà essere sostenuta da chiunque.

Si chiama “Facciamo un patto?” e, come dice il nome stesso, si tratta di un patto di fiducia che Unicef chiede ai candidati alle prossime elezioni di sottoscrivere con i 10 milioni di bambini e adolescenti che vivono nel nostro Paese.

Di questi dieci milioni, l’attenzione è focalizzata soprattutto sui 1.292.000 bambini che vivono in povertà assoluta, un numero elevatissimo e, purtroppo, in costante ascesa. Negli ultimi anni, infatti, il tasso di povertà assoluta dei bambini in Italia è peggiorato passando dall’11% circa del 2015 al 12,5% del 2016.

«La povertà minorile in Italia non è solo privazione materiale, ma è soprattutto carenza di opportunità e di inclusione sociale», ha ricordato Giacomo Guerrera, presidente dell’UNICEF Italia. «I bambini e i ragazzi che vivono in povertà subiscono svantaggi in termini di istruzione, di cure sanitarie adeguate, di cibo sano, di alloggi salubri, di giochi, di sport e di vacanze.».

E come dargli torto? Fortunatamente la maggior parte di noi non conosce la vera povertà e neanche immagina cosa possa significare realmente. Se pensiamo a un bambino povero in Africa è immediato immaginare la fame, la sofferenza e anche la morte. Ma se pensiamo allo stesso bambino in Italia, forse lo immaginiamo al massimo con pochi giocattoli o senza le scarpette da tennis firmate.

Eppure non è così. Come sottolinea Unicef, la povertà assoluta di un enorme numero di bambini influisce negativamente sulla loro crescita in tutte le sue forme, e conseguentemente sull’intera società. Ma allo stesso modo è anche la mancanza dei servizi, la povertà educativa, la scarsa se non assente partecipazione dei diretti interessati alle decisioni che li riguardano, e ancora l’inquinamento o scuole non sicure, a rendere meno serena la vita dei bambini.

Ecco allora che in questa sede ci sentiamo di stare dalla parte di Unicef, e soprattutto dei bambini, condividendo e sottoscrivendo le 9 proposte al futuro Parlamento sulle quali vi invitiamo a riflettere.

  1. Povertà ed esclusione sociale:  dimezzare l’incidenza della povertà minorile entro il 2030, in linea con gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile
  2. Protezione dell’infanzia: adottare gli obiettivi della campagna Unicef #ENDviolence e garantire l’alfabetizzazione digitale nei curricula scolastici
  3. Salute: adottare una legge sull’allattamento materno nei luoghi pubblici; migliorare le politiche a sostegno di ospedali e comunità amiche dei bambini; assicurare servizi di mensa scolastica uniformi
  4. Istruzione e tempo libero: aumentare la copertura degli asili nido, attuare il Piano per l’edilizia scolastica e estendere a tutti l’accesso alle attività culturali e ricreative
  5. Partecipazione: ascoltare la voce di bambini e ragazzi e fare in modo che essi partecipino alle definizioni delle politiche che li riguardano
  6. Ambiente: ridurre l’inquinamento investendo in fonti di energia più pulite e negli spazi verdi; rendere accessibile a tutti il trasporto pubblico
  7. Cooperazione: raggiungere l’obiettivo dello 0,7% del PIL dei fondi dedicati all’Aiuto Pubblico allo Sviluppo e adottare gli obiettivi della campagna UnicefBambini sperduti
  8. Politiche e investimenti: rispettare i tempi del prossimo Piano Nazionale Infanzia e Adolescenza; rendere pubblici i fondi stanziati per i bambini attraverso un Rapporto annuale
  9. Prima di tutto bambini: assicurare che le politiche e le leggi prestino attenzione ai più vulnerabili; adottare un linguaggio pubblico rispettoso delle differenze.

Per garantire sostenibilità a tale proposta l’Unicef Italia propone al futuro Governo un incontro annuale, in occasione del 20 novembre – Giornata mondiale per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza con l’obiettivo di fare il bilancio degli impegni presi e di ascoltare opinioni e proposte dei bambini e ragazzi stessi.

Che dite, ce la faranno i nostri politici per una volta a deporre le armi per mettere al centro il futuro dei nostri (e loro) figli?

Noi ce lo auguriamo!

Il direttore

Vignetta di copertina: Freccia [1].

Divario salariale: quando portare la gonna è un problema [2]
Oxfam: a chi giova questa macchina del fango? [3]