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Oxfam: a chi giova questa macchina del fango?

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Una nuova montagna di fango si sta abbattendo in queste ore sul mondo delle Organizzazioni Non Governative. Ci riferiamo allo scandalo esploso in merito ai presunti abusi sessuali compiuti da alcuni operatori in diversi angoli del mondo ai danni di persone bisognose di aiuti umanitari.

In particolare a finire nel mirino sono le note organizzazioni Oxfam e Save the Children, colossi del settore umanitario. Tutto è nato da un’inchiesta pubblicata sulle pagine del Times nei giorni scorsi in cui si denuncia che alcuni operatori di Oxfam, impegnati in una missione umanitaria post-terremoto ad Haiti nel 2011, avrebbero pagato delle prostitute, anche minorenni, arrivando addirittura a costringere gli autisti del posto a procurare donne e ragazze. A rendere ancora più allarmante le accuse, il fatto che lo scandalo avrebbe colpito Roland van Hauwermeiren, allora country director ad Haiti, e addirittura ai danni di donne sopravvissute al tremendo sisma e quindi bisognose di assistenza. Ma c’è di più: secondo il noto giornale britannico, i vertici dell’organizzazione sarebbero stati a conoscenza di questi episodi e avrebbero cercato di insabbiare il tutto. In realtà all’epoca dei fatti il caso era venuto alla luce attraverso un rapporto e un comunicato della stessa Oxfam in cui si riconosceva che sull’Isola si erano verificati degli episodi di grave condotta, senza tuttavia entrare nello specifico dell’accaduto. Ne erano seguiti dimissioni e licenziamenti.

Non solo Haiti al centro della bufera, dal momento che episodi simili sarebbero accaduti anche in Ciad nel 2006 e che, secondo il quotidiano Times, nell’ultimo anno oltre 120 operatori provenienti da alcune delle principali charities del Paese sarebbero stati accusati di molestie, che si sarebbero consumate sia in Gran Bretagna che all’estero. Secondo il Times, tra aprile 2016 e marzo 2017 Oxfam avrebbe registrato 87 casi di abusi (53 dei quali sono stati denunciati alle autorità), Save the Children 31 (10 dei quali denunciati) e Christian Aid 2. Anche la Croce Rossa britannica ha ammesso che si sarebbero verificati alcuni episodi di molestie, che secondo il quotidiano sarebbero cinque.

Stigmatizziamo con forza ogni molestia acclarata o che verrà accertata in futuro, resa ancora più grave dal fatto che a compierla siano stati operatori di organizzazioni serie e autorevoli, che avrebbero dovuto al contrario portare conforto, aiuti e sollievo a persone già duramente messe alla prova dalla vita.

Ma non possiamo non guardare con un minimo di sospetto a questa nuova bufera che, dopo quella esplosa nei mesi scorsi in merito ai presunti accordi tra gli scafisti e le organizzazioni per il salvataggio dei migranti in mare, ha come protagoniste proprio le grandi Ong internazionali. Lungi da noi il voler gridare al complotto, ma appare quanto meno insolito il fatto che episodi risalenti al 2006 e al 2011 stiano tornando alla luce a distanza di oltre dieci anni nel primo caso e di 7 nel secondo. In un periodo, per giunta, in cui proprio Oxfam e Save the Children hanno iniziato ad alzare molto il tiro sulla violazione dei diritti umanitari, sulle diseguaglianze e sull’immobilismo dei governi delle grandi potenze mondiali nelle zone più povere del mondo.

Cercare di screditare le Ong agli occhi del mondo è quindi una strategia dei governi? Non abbiamo elementi per stabilirlo. Ciò che senza dubbio, però, possiamo registrare è che simili attacchi creano una conseguente, e probabilmente comprensibile, sfiducia da parte dei cittadini nei confronti delle Organizzazioni umanitarie che si trasforma in un’automatica diminuzione del sostegno da parte dei donatori. Ma non basta. Già in questi giorni il governo britannico ha minacciato di tagliare i fondi a Oxfam che nel 2017 ha percepito 32 milioni di sterline in finanziamenti pubblici.

Tagli che vanno a penalizzare non solo chi lavora nelle Organizzazioni, ma soprattutto coloro che vengono aiutati ogni giorno dall’esercito di operatori e volontari che hanno una coscienza immacolata. Ed ecco, quindi, che a pagare lo scotto maggiore della macchina del fango sono sempre i più deboli e i più bisognosi d’aiuto.

Il direttore

Vignetta di copertina: Freccia.

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