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Mendel stravolge il mondo delle scienze con la teoria dell’ereditarietà

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8 febbraio 1865 – Ogni generazione di essere vivente trasmette alla successiva caratteri che influiscono sull’aspetto estetico e sulla struttura interna degli ultimi nati. Si tratta della teoria dei “caratteri ereditari“, scoperta da Gregor Johann Mendel.

I suoi studi si concentrano sulle piante di pisello perché le loro caratterische – e in particolare la riproduzione per autofecondazione – si adattano molto bene a ciò che Mendel vuole dimostrare e cioè lo studio dell’ereditarietà. La sua ricerca dura 7 anni, nel corso dei quali lo studioso riesce a indentificare 7 “lienee pure”, vale a dire altrettante varietà di pisello diverse per caratteri e assolutamente visibili, come ad esempio la forma del seme (liscia o ruogosa), il suo colore, la forma del baccello. Incrociando le linee tra loro, Mendel scopre che alcuni caratteri persi in un passaggio generazionale, vengono recuperati in quello successivo oppure che, in altri casi, si rende manifesto solo uno degli aspetti delle generazioni parentali, praticamente la teoria del carattere dominante.

La sua intuizione cambia il mondo della scienza: l’esistenza negli esseri viventi di un preciso codice genetico, che si trasmette dai genitori ai figli e che passa di generazione in generazione per via ereditaria. L’occasione per informare il mondo di questa epocale scoperta si presenta l’8 febbraio, in occasione di un incontro alla Società di Scienze naturali in Moravia.

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