Redazione
[email protected]
[email protected]
Direttore
[email protected]
Recover your password.
A password will be e-mailed to you.
L’alterazione ambientale di origine antropica, comunemente chiamata inquinamento, è uno dei problemi mondiali su cui più urge trovare soluzioni.
Non a caso l’editoriale di questa settimana (per leggerlo clicca qui) affronta proprio questa tematica. C’è in ballo la salute del pianeta. L’intero ecosistema è in crisi; milioni di specie viventi sono a rischio d’estinzione e l’uomo non se la passa certo meglio: secondo i dati forniti dalla Commissione UE, in Europa, ogni anno avvengono 403mila decessi prematuri riconducibili all’inquinamento dell’aria di cui 60mila in Italia.
Per tutte queste ragioni fa piacere e genera speranze sapere che in Cina, la nazione con i più alti tassi d’inquinamento al mondo, è stata costruita una torre che purifica l’aria. Come riferisce il quotidiano South China Morning Post, si tratta di un progetto sperimentale dell’Accademia cinese delle scienze, guidato dal ricercatore Cao Junji. La torre in questione è alta 100 metri e si trova nella città di Xian, regione centrale dello Shaanxi.
Ma come fa la torre a purificare l’aria dalle sostanze inquinanti? Il sistema è ingegnoso e, al tempo stesso, semplice: alla base della torre è stata costruita una serra avente dimensioni paragonabili a quelle di metà campo di calcio. L’aria inquinata verrebbe aspirata proprio dalla serra: grazie al calore solare, l’aria sale su per la torre e viene depurata dai numerosi filtri presenti. Secondo i ricercatori cinesi, l’impianto produce ogni giorno 10 milioni di metri cubi di aria pulita, migliorando la qualità di ciò che respiriamo in una zona che si estende per 10 km quadrati. E’ stata inoltre rilevata una diminuzione del 15% delle PM 2.5, le polveri sottili più piccole e più pericolose per la salute.
Qualora l’esperimento di Xian dovesse dare buoni risultati, i ricercatori dell’Accademia delle Scienze hanno pensano di costruire una megatorre alta 500 metri e con un diametro di 200: un simile impianto purificherebbe l’aria di una piccola città.
Nasco un piovoso giovedì di giugno con l’idea di osservare il mondo dei “grandi”. Benché l’indagine mi diverta molto, rimango stupita da alcuni errori commessi dagli adulti che stridono fortemente con quell’aria da “so tutto io”. In quanto giovane donna, la prima campagna che decido di abbracciare è quella contro la discriminazione sessuale: con una sensibilità fuori dal comune, alle elementari fondo l’illustre Club delle femmine e ottengo, ad esempio, la precedenza nell’uscita da scuola rispetto ai maschietti. Approdo nel periodo adolescenziale con le idee confuse, man onostante tutto sopravvivo ai brufoli e anche al liceo classico. Per l’università non ho dubbi: scelgo Lettere, mio padre ancora piange, ma avevo deciso: avrei fatto la giornalista. Ogni volta che scrivo la parola «giornalista» risuona nella mente la voce di una mia zia che aggiungeva con voce litanica: «che per la fame perde la vista». Poco male mi dicevo: cecata lo sono sempre stata e affamata, seguendo un celebre discorso di Steve Jobs, volevo proprio esserlo. Poi mi imbatto nella filologia ed è amore dal primo istante: pochi sembrano capirla mentre io m’immergo tra gli stemmata codicum, errori e varianti. Ricostruire la lezione originale mi diverte come poche cose al mondo. Ora vivo nel dubbio: giornalista o filologa? Nell’attesa di trovare dentro di me la risposta, da settembre del 2017 lavoro per “Felicità Pubblica”.
Prev Post
Recover your password.
A password will be e-mailed to you.