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Buone notizie in materia di welfare in Italia. Il 29 dicembre 2017 è stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale n° 302 del 29-12-2017 (S.O. n° 62) la Legge di Bilancio 2018, provvedimento questo che regolerà spese e entrate dello Stato italiano nel corso dell’anno. Ma non solo: va sottolineata la presenza di alcuni passaggi che andranno a interessare diversi attori che operano nell’ambito del secondo welfare come ad esempio la famiglia, il contrasto alla povertà ma soprattutto nell’ambito della disabilità, il riconoscimento dei caregiver familiari.
Infatti l’art. 255 detta quanto segue: «Si definisce caregiver familiare la persona che assiste e si prende cura del coniuge, dell’altra parte dell’unione civile tra persone dello stesso sesso o del convivente di fatto ai sensi della legge 20 maggio 2016, n. 76, di un familiare o di un affine entro il secondo grado, ovvero, nei soli casi indicati dall’articolo 33, comma 3, della legge 5 febbraio 1992, n. 104, di un familiare entro il terzo grado che, a causa di malattia, infermità o disabilità, anche croniche o degenerative, non sia autosufficiente e in grado di prendersi cura di sé, sia riconosciuto invalido in quanto bisognoso di assistenza globale e continua di lunga durata ai sensi dell’articolo 3, comma 3, della legge 5 febbraio 1992, n. 104, o sia titolare di indennità di accompagnamento ai sensi della legge 11 febbraio 1980, n. 18» (v. pag 32).
Inoltre si prevede l’istituzione di un Fondo a sostegno del ruolo di cura e di assistenza dei caregiver familiari, destinato a finanziare interventi che riconoscano il valore sociale ed economico delle attività di cura svolte da persone che assistono familiari che, a causa di malattia, infermità o disabilità, non sono più autosufficienti. Il Fondo rappresenta un concreto epilogo del lavoro realizzato durante la legislatura e rappresenta, come sottolineato dalla senatrice Bignami, un “passo storico per tante famiglie italiane” .
Tale fondo, istituito presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, ha una dotazione iniziale di 20 milioni di euro per ciascuno degli anni 2018, 2019 e 2020 (art. 254).
Ci auguriamo che il riconoscimento di questa figura a livello istituzionale possa servire a meglio sostenere quelle migliaia di genitori (o altri familiari), costretti a rinunciare al lavoro, e al conseguente reddito, per accudire i propri figli (o altri familiari) disabili gravi. Si tratta finalmente di un passo sostanziale ma indispensabile che mette in evidenza l’enorme peso di chi si prende cura di persone disabili e affette da patologie croniche o degenerative.
Arrivata dalla Puglia in Abruzzo nel 1988, da allora vivo felicemente a Pescara con i miei figli, Davide e Luna, e mio marito. Ho realizzato i miei studi a Barletta frequentando prima il Liceo Scientifico Statale e, in seguito, un Corso parauniversitario in Servizi Sociali. Questo primo approccio professionale al sociale e alle sue tematiche ha segnato la mia vocazione: aiutare le persone in stato di bisogno/difficoltà offrendo soluzioni e opportunità di benessere comune. Anche la formazione professionale ha avuto un ruolo considerevole nel mio percorso lavorativo. Dalla collaborazione, prima, con una importante agenzia formativa piemontese a quella successiva, per undici anni, con un’agenzia a partecipazione pubblica, ho perfezionato le mie competenze in attività di coordinamento, monitoraggio e valutazione anche di progetti complessi a valere su finanziamenti regionali, nazionali e comunitari. Da qualche mese, insieme ai miei amici e colleghi, sto vivendo una nuova sfida: Social Hub, società cooperativa con una forte vocazione all’economia civile oltre che alla consulenza e ai servizi all’impresa. Quale migliore opportunità per tornare al mio mondo sociale?
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