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In Italia avremo sempre più anziani soli

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L’Italia è un Paese in cui gli anziani sono circa 13,5 milioni e gli ultra sessantacinquenni aumentano di 260.000 unità all’anno, ma, mentre il Belpaese invecchia, diminuiscono i servizi per la non autosufficienza.

La situazione è stata fotografata da Welforum  (l’Osservatorio nazionale sulle politiche sociali)  e registra come il numero degli assistenti familiari diminuisca anno dopo anno: calano le colf registrate regolarmente e restano perlopiù stabili le cosiddette badanti. Va da sé che le conseguenze di questa situazione peseranno soprattutto sulle famiglie, con il rischio di avere un maggior numero di anziani soli e senza assistenza.

A tale proposito il vicedirettore dell’Osservatorio Sergio Pasquinelli osserva come una delle cause maggiori per la diminuzione degli assistenti familiari siano i costi: una badante ha un’incisività non indifferente sui bilanci  delle famiglie che, causa la crisi, negli ultimi anni si sono sempre più impoverite; pertanto ci si trova di fronte a un problema non solo di offerta di lavoro ma anche e soprattutto di domanda.

Pasquinelli continua asserendo che un secondo problema è dato dal fatto che sempre meno badanti si offrano per la convivenza con un anziano e preferiscano invece lavorare a ore mentre, al contrario, la domanda di convivenza anche notturna rimane alta ma disattesa. A questo punto le famiglie cercano soluzioni al loro interno trovando un figlio o un nipote disponibile a stare con l’anziano ma scatenando dinamiche imprevedibili.

Spiega ancora Sergio Pasquinelli: «Viviamo in un Paese in cui gli anziani non autosufficienti aumentano intorno ai 170-180 mila unità l’anno, quindi tra dieci anni avremo due milioni di anziani in più. Allo stesso tempo, non avremo due milioni di caregiver in più. Tutto rischia dunque di implodere, l’aumento di anziani soli è pressoché certo. In particolare, ci sarà un aumento di anziani soli non autosufficienti».

Alla luce delle situazioni che si stanno sviluppando, conclude il vicedirettore, è dunque necessario un piano per la non autosufficienza, riformando l’indennità di accompagnamento e graduandola in base ai diversi livelli di bisogno e di autosufficienza. Ma non basterà: oltre a tenere conto dei livelli economici diversi tra gli assistiti, andrà potenziata la rete dei servizi intermedi e incentivate le comunità residenziali con strutture adeguate per i casi meno gravi al posto delle solite case di riposo in cui vengono mescolati tutti i gradi di non autosufficienza e gli anziani spesso dimenticati dalle proprie famiglie.

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