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A Ventimiglia la condizione dei migranti che cercano e sperano di entrare in Francia è davvero ormai arrivata allo stremo.
Lo testimoniano le associazioni Oxfam Italia e Diaconia Valdese che hanno offerto, con il loro programma Open Europe, assistenza e primo soccorso alle persone che si trovano al confine: circa 500 migranti vivono nel centro di transito gestito dalla Croce Rossa, mentre oltre 200 vivono all’aperto in un campo improvvisato lungo il fiume Roia.
Al confine con la Francia i migranti arrivano fuggendo perlopiù da Paesi in guerra come Sudan, Iraq, Afghanistan, Eritrea e Siria: si tratta di persone che hanno attraversato l’inferno percorrendo la Libia e che arrivano stremate in un altro inferno di freddo e gelo data la stagione.
I migranti dislocati lungo il fiume Roia sono ormai allo sfinimento e uno su tre è un minore non accompagnato. Non a caso vi si trovano madri con figli molto piccoli, a loro volta fuggite da una guerra (come quella somala, per esempio) quando erano minorenni.
Oxfam ritiene che ormai questa sia una vera e propria emergenza umanitaria, con persone collocate in una specie di limbo, spaesate, abbandonate e isolate. Non esistono per nessuno e ovviamente non possiedono nulla, non hanno diritto all’asilo e all’assistenza, entrambi negati da una parte dall’Italia e dall’altra dalla Francia. Provocatoriamente è possibile pensare che non abbiano nemmeno il diritto di esistere.
Molti di loro provano a varcare il confine italo-francese in tutti i modi: in treno o a piedi, attraverso sentieri di montagna e cavalcavia dell’autostrada ma vengono respinti brutalmente dalle autorità francesi, spesso picchiati e in ogni caso rimandati in Italia.
Le due associazioni sono intervenute a Ventimiglia con una unità mobile costituita da due operatori socio-legali e un mediatore linguistico-culturale; la stessa unità mobile fornisce anche, se necessario, assistenza legale per la presentazione del ricorso contro il decreto di respingimento.
Oxfam Italia e Diaconia Valdese sostengono unitamente: «I minori migranti hanno diritto di chiedere protezione internazionale in qualunque Stato membro dell’Unione europea si trovino. A stabilirlo è una sentenza del 2014 della Corte di Giustizia, per questo i respingimenti dalla Francia sono un abuso intollerabile. Chiediamo quindi alla Commissione europea e agli Stati membri che vengano messe in atto tutte le procedure affinché i diritti – in particolare di minori fuggiti da guerre, persecuzioni e povertà – vengano sempre garantiti. In particolare chiediamo all’Italia che riduca i tempi necessari per le procedure di ricongiungimento familiare e garantendo così canali di accesso sicuro verso l’Europa».
Sono nata a Pescara il 20 aprile del 1983, dove tuttora vivo. Ho una formazione di tipo sociale e dopo il titolo di “Tecnico dei Servizi Sociali”, ho approfondito le mie conoscenze fino a divenire “Esperto di Comunità”. Questo mi ha permesso di avere alcune interessanti esperienze presso Cooperative e Associazioni entrando così in contatto diretto con l’anima delle persone e consolidando la mia natura empatica. Sono estroversa, creativa, curiosa e passionale, credo nei progetti e nella passione che alimentano il gusto delle nuove sfide. Amo leggere, viaggiare, passeggiare in montagna e ascoltare buona musica.
La mia più grande passione è la scrittura. Come freelance ho avuto l’opportunità di scrivere per alcuni giornali del web e della carta stampata e, in seguito a un corso di “scrittura professionale”, ho avuto modo di approfondire gli aspetti più tecnici del mestiere. Grazie ad uno stage presso la Social Hub scarl ho avuto l’opportunità di esprimere al meglio la mia grande voglia di interagire con il mondo attraverso il portale “Felicità Pubblica”.
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