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Conferenza Cop23 a Bonn, ecco la sintesi

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Si è conclusa a Bonn la Conferenza mondiale delle Nazioni Unite sul clima più semplicemente definita Cop23. La presidenza di quest’anno era affidata alle Isole Fiji che però non erano in grado di ospitare un evento di questa portata: c’erano infatti i rappresentanti di oltre 190 Paesi i cui diplomatici si sono alternati nelle discussioni.

 Va fatto notare che, se è vero che una Cop costa al Paese ospitante circa 200 milioni di dollari ed è dispendiosa in termini di tempo, è altrettanto vero che la presidenza svolge un ruolo importante nell’indirizzare le trattative e la loro conclusione. Infatti le Fiji hanno sostenuto lo sforzo delle nazioni povere di mettere al centro delle trattative il tema dei possibili finanziamenti tra Paesi, da quelli più ricchi verso quelli più poveri. Per ora un nulla di fatto se non balletti di cifre da una parte e dall’altra, ma intanto se ne è parlato.

Si evidenzia però che questa Conferenza può meglio venire considerata di transizione tra l’Accordo di Parigi – Cop21 – e quella del 2018 che si terrà in Polonia e quindi la Cop23 ha cercato di fissare paletti importanti preparando documenti che impediscano il prossimo anno passi indietro rispetto a Cop21.

Infatti ricordiamo che a Parigi, nel documento finale, venne aggiunta all’ultimo momento una clausola in base alla quale, per mantenere l’aumento della temperatura globale sotto i 2 gradi centigradi, le linee guida delle diverse nazioni avrebbero dovuto essere discusse sin dal 2018.

Certamente nessuno pensò che in quella data la presidenza sarebbe stata polacca e dal momento che, come abbiamo scritto prima, la presidenza gioca un ruolo importante all’interno di ogni Conferenza, è indicativo il fatto che la Polonia all’interno dell’Europa giochi un ruolo di freno attivo per ogni iniziativa su fonti di energia rinnovabili, efficienza e riduzione delle emissioni;  il tutto da ricondurre a strenua difesa delle proprie miniere di carbone.

Ecco quindi che proprio l’Italia ha fatto da apripista giocando un ruolo importante con la scelta dell’uscita dal carbone entro il 2025 contenuta nella SEN – ne avevamo parlato qui – e si è schierata con la parte più avanzata dell’Europa partecipando, per esempio, al lancio dell’Alleanza globale per lo stop al carbone, nata proprio durante i lavori di Cop23.

Inoltre, per quanto riguarda gli Usa, è stata registrata la loro presenza ma non è ancora chiaro se in disaccordo con il presidente Trump (che si è svincolato dagli Accordi di Parigi) oppure come partecipanti attivi, mentre al contrario hanno aderito agli accordi di Cop23 una Cina entusiasta e un’India altrettanto propositiva.

Va infine detto che se i vari Paesi non alzeranno i target in discussione per ottenere entro il 2030 un clima migliore, tutto sarà stato inutile e le parole buttate al vento. Un vento inquinato e inquinante.

 

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1 Comment
  1. Luigi Antonio Pezone says

    COP23, L’IMPENSABILE E’ GIA’ STATO PENSATO CON L’ENERGIA INTERATTIVA.
    (Sesta lettera aperta alle corti di Giustizia Internazionali)
    Cosa è successo al COP 23 che si è appena concluso al di fuori dei proclami ufficiali? E’ difficile saperlo. Di sicuro, come avevo annunciato nel precedente articolo, dal titolo “I MISTERI DELL’ENERGIE E DELLE DEPURAZIONI INTERATTIVE OCCULTATE DALLE ISTITUZIONI”, non si è parlato di energie e depurazioni interattive. Come ho già scritto nel citato articolo, per il sottoscritto, Le Nazioni Unite, invece di organizzare le COP, dovrebbero insegnare agli stati sovrani il metodo migliore per produrre energia e proteggere l’ambiente con piccoli prototipi dimostrativi attingendo da quanto è stato pubblicato sul sito web http://www.spawhe.eu. Tuttavia qualche breccia nella classe dirigente mondiale si sta creando, basta pensare al convegno parallelo “SIF17” in un’area adiacente al COP23, organizzato da giornalisti, manager, politici che auspicano soluzioni più concrete. Ma anche loro non credo che abbiano parlato di energie e depurazioni interattive, per quanto io abbia invitato gli organizzatori ad aggiornarsi su tale argomento visitando il sito web http://www.spawhe.eu.
    Ho imparato a scrivere in inglese ma non a parlarlo e ad ascoltarlo. Quando pubblicheranno qualcosa di scritto saprò cosa hanno detto. Per il momento mi è piaciuto lo slogan lanciato dagli organizzatori: “Pensando l’impensabile”. Ovviamente, io penso che l’impensabile sia già stato pensato e anche occultato dalla classe dirigente mondiale. Potrebbe trovarsi nei depositi di brevetti di inventori senza soldi, non finanziati da nessuno, accusati con l’infamante accusa di violare i principi della conservazione dell’energia, non dalla scienza, che ha interesse a tacere per nascondere i propri errori, ma da semplici esaminatori dei brevetti con cognizioni scolastiche non approfondite e che non possono approfondire, proprio a causa del silenzio della scienza. Mi permetto di consigliare agli organizzatori del “SIF 17” di indagare nella direzione indicata, oppure di consultare il sito web http:// http://www.spawhe.eu, che è a disposizione di tutti in attesa di essere smentito o confermato alla luce del sole da chi cerca la verità nell’interesse di tutti. Spero anche dagli organizzatori del “SIF 17”, che a quando sembra hanno molti sponsor. Purtroppo, buona parte di questi sponsor sperano che SPAWHE abbia torto e che l’impensabile non sia già stato pensato: sarebbe duro per tutti ammettere che è stato sbagliato il modo di sollevare le acque e di distribuirle, di produrre energia e di depurare l’ambiente, significherebbe è stato sbagliato l’intero sviluppo mondiale.
    Per il sottoscritto, il problema è molto più grave di quanto si posa pensare e non si può risolvere con invenzioni scientifiche ma soprattutto morali. Il governo mondiale, che non esiste, se esistesse, dovrebbe essere sciolto per infiltrazioni “sadomasochistiche”. Tuttavia, esistono le Corti di Giustizia Internazionali. Cosa aspettano i Giudici Internazionali a condannare i singoli stati per i reati di omissione contro l’ambiente? Gran parte di questi reati sono dovuti all’isolamento di soluzioni ambientali alternative proposte da chi non ha potere politico ed economico. Se gli attuali giudici non hanno il coraggio di affondare il coltello nelle tante piaghe ambientali, lascino il posto a giudici più coraggiosi. Anche delle condanne simboliche contro i potenti sarebbero migliori dell’ipocrisia attuale. Sono già troppi i politici che governano il mondo attraverso i compromessi con i poteri forti dell’economia, che condizionano da sempre il lavoro degli scienziati, ricercatori, inventori e tecnici, loro dipendenti, che creano la ricchezza mondiale. Ma una ricchezza malata, priva della ricchezza morale è peggiore della povertà, perché nasconde i vizi occulti di quello che viene costruito, che prima o poi produce danni all’intera comunità.
    Se anche i legislatori, i giudici nazionali e internazionali si lasciano influenzare dalla politica, è ovvio che la proprietà intellettuale delle invenzioni sia stata imprigionata dalla proprietà industriale. Fino a quando gli inventori sono lavoratori dipendenti dei poteri forti la cosa non è importante. L’imprigionamento della proprietà intellettuale degli inventori, riconosciuta a tutti gli autori di opere di intelletto, è stato fatto proprio per evitare che invenzioni strategiche come “l’energia interattiva” sfuggano ai centri di potere che governano l’economia mondiale, con il silenzio della scienza.
    La scienza non ha il controllo della situazione perché è divisa in molti settori e mai applicata globalmente; per questa ragione, il sottoscritto ha creato il sito web http://www.spawhe, dove ipotizza scienze e tecnologie applicate globalmente, senza condizionamenti.
    Oggi l’arte del compromesso ha inquinato tutte le categorie. Gli inventori non sono liberi di inventare secondo la propria coscienza e la propria creatività, altrimenti non trovano lavoro. Non è un caso che l’energia interattiva sia stata ben nascosta da quasi centocinquanta anni e l’abbia dovuta tirar fuori un semplice pensionato senza soldi, solo con il ragionamento logico, razionale e multidisciplinare, che non hanno fatto i centri di potere. Ma il ragionamento si è concluso già da un paio di anni e nel periodo successivo l’inventore ha ragionato anche su diverse applicazioni, sempre da solo, perché gli altri inventori hanno l’ordine di non indagare su tale argomento.
    I legislatori e i giudici nazionali hanno le mani legate dai poteri locali. Non possono adeguare le normative in base alle potenzialità teoriche e virtuali dell’energia interattiva, ma le Nazioni Unite che dispongono di fondi autonomi con la Banca Mondiale, gestiscono le “COP” e i Giudici internazionali, che vogliono fare?
    Sono io che mi sbaglio, oppure è il mondo che gira al contrario di come dovrebbe girare? Il mondo non può impedire a un’azienda privata che ha investito le proprie risorse nelle proprie invenzioni di monopolizzare il mercato per venti anni. Ma può almeno fare in modo che le invenzioni di pubblica utilità, prodotte da enti pubblici e dagli inventori privati, siano svincolate dal dominio della proprietà industriale, e metterle a disposizione, di tutte le aziende mondiali. Non è un vantaggio per i governi tassare il profitto di molte aziende, che possono soddisfare meglio il fabbisogno mondiale di progetti utili all’economia e all’ambiente, piuttosto che tassare il guadagno di una sola azienda che non può soddisfare il mondo intero? Non è una fortuna che l’energia interattiva non abbia formule segrete, e non possa essere monopolizzata? Non è una fortuna il fatto che sia stato individuato un vizio di origine fondamentale per lo sviluppo mondiale, che è il modo in cui lavorano le pompe? Cosa ci vuole a comprendere, che eliminando questo vizio miglioreranno di centinaia di volte le prestazioni di tutti gli impianti idraulici, termici e depurativi, mentre i motori termici potranno essere addirittura eliminati e sostituiti con motori ancora più potenti che non emettono un grammo di CO2 o di polvere sottili? Stando alle attuali ingiuste leggi sui brevetti il sottoscritto non avrebbe dovuto inventare niente di tutto questo perché nessuno gli avrebbe creduto e riconosciuto i diritti di autore, ma il sottoscritto, è andato avanti ugualmente perché crede nella giustizia più degli stessi giudici, comunque vadano le cose.
    Nemmeno Franz Kafka, maestro del paradosso burocratico, avrebbe immaginato le peripezie che deve sopportare un inventore privato che decide di occuparsi di problemi ambientali, tra enti pubblici e multinazionali che non rispondono e legislatori pubblici non fanno nessuna distinzione tra i brevetti di pubblica utilità e quelli commerciali e li tassino allo stesso modo anche se non trovano finanziatori?
    Io continuo a scrivere ai Giudici Internazionale, affinché ripristinino la proprietà intellettuale e i diritti di autore degli inventori che non devono essere penalizzati dai legislatori e devono poter scegliere se rendere pubbliche le proprie invenzioni senza essere ricattati da nessuno, come avviene con le attuali ingiuste leggi. Io penso che sia il momento che i giudici si decidano a condannare i reati di omissione di atti di ufficio, che sono contemplati negli articoli principali del “Progetto di codificazione sulla responsabilità degli stati per atti internazionalmente illeciti”, redatto dalle Nazioni Unite nel 2001, che richiamano alle loro responsabilità, non solo i cento novantasei stati sovrani, ma anche i singoli funzionari che agiscono per conto degli stati, soprattutto sui reati ambientali. I quali, non sono soltanto quelli accidentali, dovuti all’affondamento di una nave cisterna, o a una fuori uscita radioattiva di una centrale nucleare, ma soprattutto, i silenzi organizzati che impediscono l’emersione di soluzioni alternative sostenibili. Questi reati si possono provare dando il potere ai giudici di sperimentare le invenzioni occultate con i soldi della banca mondiale.
    Chi commette questi reati, per il sottoscritto, commette il reato di “alto tradimento” non di una singola patria ma dell’umanità intera. Pensare l’impensabile, per noi che viviamo sul pianeta “Terra”, per il sottoscritto, non è scoprire una formula segreta che governa l’universo, come ha fatto il grande genio di Einstein, ma qualcosa di molto più semplice: “individuare dei metodi di lavoro universali che non danneggino i tre elementi principali: acqua, aria, terra”. Per fare questo non esistono formule segrete; bisogna soltanto usare il buon senso quando si progetta e quando si lavora, scegliendo sempre la soluzione migliore. Questo, non è altro che il concetto del Taylorismo, ma applicato globalmente a tutte le attività umane, affiancando ai cicli di produzione principali industriali, agricoli, domestici, ai servizi, anche i cicli di depurazione e dalla produzione di energia. In tutte le attività umane bisogna chiudere tutti i cicli che si aprono, non in lontani depuratori, ma istante per istante nello stesso impianto, oppure in un impianto adiacente. Bisogna evitare i cicli che lo stato dell’arte delle scienze e delle tecnologie non riescono a chiudere. Soprattutto i cicli termici e nucleari. L’attuale classe dirigente mondiale ha dimostrato di non essere stata capace a chiudere questi cicli rispettando la natura. Il sottoscritto, invece, ha dimostrato che almeno i cicli termici si possono chiudere rispettando la natura, ma il costo e gli spazi necessari devono almeno triplicare rispetto agli impianti attuali. Queste soluzioni ugualmente ignorate dalla classe dirigente mondiale dimostrano che anche l’energia fossile si può rendere interattiva con l’ambiente ma conviene usarla solo quando è indispensabile l’uso dell’energia termica, non per produrre elettricità ma l’acciaio, il cemento, l’incenerimento dei rifiuti non digeribili e la digestione di quelli digeribili. Chi non ha effettuato lo studio di soluzioni complete per la pulizia dell’energia fossile rispettando la natura, non poteva arrivare a concepire le varie forme di “energie interattive” individuate dal sottoscritto, compreso l’idroelettrico compresso, che è la migliore. Infatti, l’energia interattiva tra l’acqua e l’aria è nata, soprattutto per rendere più economica e meno ingombrante la pulizia dell’energia fossile. Come poteva la classe dirigente mondiale arrivare a questa soluzione, se invece di pulire l’energia fossile, ha speso decine di miliardi di dollari per interrarlo nel sottosuolo con il sistema C.C.S.? Con la loro mentalità scientifica, sulla quale i giudici internazionali dovrebbero indagare, l’energia interattiva sarebbe stata occultata ancora per qualche millennio, giusto il tempo, per distruggere il pianeta e il genere umano.
    Chi vuole cimentarsi nella protezione dell’ambiente non può barare con soluzioni come il C.C.S. ma progettare globalmente gli impianti energetici, depurativi, urbani, industriali agricoli, con molta pazienza, entrando nei dettagli di tutte le applicazioni umane, evitando all’origine le soluzioni che disperdono inutilmente gas, calore, inquinamenti vari nelle acque e aggiornandosi e continuamente nello stato di avanzamento dell’arte tecnologico multi disciplinare. Rincorrere l’inquinamento dopo che è stato emesso molto più complicato e a volte impossibile.
    Tuttavia, se si realizzano impianti interattivi che sfruttano insieme i principi fisici depurativi dell’acqua e dell’aria, l’organizzazione scientifica del lavoro e la disposizione strategica degli impianti sul territorio gran parte dell’inquinamento si può abbattere automaticamente anche nei centri urbani (http://www.spawhe.eu/european-environmental-competition/). Ma la gente comune queste cose non le conosce e non viene informata nemmeno dagli organi di stampa, dai sindacati e delle associazioni ambientali, che raccolgono fondi per la protezione dell’ambiente e organizzano proteste, però senza entrare nel merito delle soluzioni, che restano nelle mani di coloro non hanno saputo o voluto risolverli. Le proteste senza soluzioni alternative servono soltanto a incrementare i finanziamenti alle soluzioni attuali. Lo comprendono o non lo comprendono le opposizioni, che tacciono, come tutti, sulle “energie interattive”? Se uno volesse pensare male potrebbe dire che le opposizioni che non entrano nel vivo delle soluzioni fanno parte del perverso gioco di potere.
    Dall’organizzazione scientifica del lavoro sono scaturite molte invenzioni industriali come i robot e i sistemi di automazione che hanno consentito la moltiplicazione delle capacità produttive e qualitative della produzione industriale, che altrimenti sarebbe restata per sempre a livello artigianale e solo le classi più abbienti ne avrebbero potuto godere. Gli attuali impianti ambientali ed energetici, non avendo approfondito la multidisciplinarità scientifica e tecnologica e nemmeno l’organizzazione del lavoro, hanno realizzato impianti sempre più grandi, ma con cicli incompleti che danneggiano l’ambiente, proprio a causa del fatto che non sono multidisciplinari e con un’organizzazione del lavoro inadeguata. Non crescendo lo stato dell’arte dell’ambiente e dell’energia, i legislatori non hanno potuto nemmeno emettere normative anti inquinamento efficienti contro l’inquinamento urbano, prodotto dai trasporti, dagli impianti di riscaldamento e dagli scarichi delle acque inquinate, industriali, agricole.
    Le industrie e gli utenti hanno accolto le normative contro l’inquinamento come una ulteriore tassa da pagare, perché nessuno ha messo in dubbio la capacità della scienza a individuare i migliori sistemi energetici e depurativi. Invece per il sottoscritto, che ha vissuto da vicino le esperienze dell’organizzazione del lavoro industriale e la realizzazione degli impianti pubblici idrici depurativi ed energetici, si doveva realizzare una sintesi e scegliere la migliore soluzione in assoluto, creando piccoli impianti unici e interattivi, in grado di depurare e produrre energia contemporaneamente. A questo non ci siamo arrivati proprio perché la scienza non ammette che ha sbagliato tutto dall’avvento dell’era industriale.
    L’industria dei trasporti, ben organizzata all’interno dei propri stabilimenti, non si è preoccupata di superare lo stato dell’arte dei motori termici perché gli impianti pubblici mondiali che producono energia termica sono più inquinanti dei mezzi di trasporto. Ma se si fanno i conti, l’adeguamento alle normative e il continuo miglioramento dei motori termici dal punto di vista ambientale, a livello mondiale, probabilmente ha comportato la spesa di migliaia di miliardi, senza poter superare il vizio di origine delle emissioni di CO2. Questi costi in gran parte li hanno pagati gli utenti che hanno acquistato i veicoli di trasporto, ma se non intervengono massicciamente le Nazioni Unite a dimostrare praticamente a tutti che non conviene produrre energie termica, nucleare, solare, eolica, perché, l’energia idroelettrica compressa è la più pulita, la più economica, probabilmente anche la meno ingombrante di tutte, non si viene a capo del riscaldamento globale. Come si fa a dimostrare questo se gli organi scientifici istituzionali vicini alle Nazioni Unite e ai governi europei hanno speso decine di miliardi di dollari per finanziare i prototipi del C.C.S., fingono di non comprendere l’energia idroelettrica compressa e non tirano fuori poche migliaia di euro per i prototipi dimostrativi delle varie applicazioni fisse e mobili?
    La scienza pubblica non solo ha sbagliato le fonti energetiche sugli impianti pubblici fissi, ha incoraggiato l’industria mondiale a sbagliare gli investimenti per costruire e commercializzare motori termici, caldaie, turbine a gas vapore e tutto quello che vi è collegato. Saper collegare l’organizzazione del lavoro umano alla tecnologia e ai processi industriali è un lavoro sconosciuto alle scienze ambientali ed energetiche. Io ho appreso questo tipo di lavoro nell’industria automobilistica e mi sono accorto che la mia esperienza sarebbe stata più utile se fosse stata applicata all’ambiente, essendo già in molti a fare tale lavoro negli impianti di produzione industriale. Io lasciai il settore industriale per conoscere meglio i problemi ambientali lavorando in una piccola azienda specializzata nella installazione di impianti pubblici ambientali in Italia e in Tunisia. Con la somma di queste due esperienze durate complessivamente trentasette anni, nel 2006, decisi di andare in pensione e iniziai a fare il lavoro, che avrebbero dovuto fare gli scienziati delle Nazioni Unite, che, purtroppo, non hanno fatto. Questo tipo di lavoro che nessuno ha fatto a livello mondiale e che nessuno ha finanziato, ha portato a individuare le “energie interattive” che sono contemporaneamente le più potenti, sia dai punti di vista energetici che depurativi. Ovviamente, sono anche le più economiche. Se consideriamo che ho lasciato l’industria automobilistica nel 1987 per occuparmi di questi problemi, sono passati esattamente trenta anni per poter dire di aver trovato la soluzione. Ma per la classe dirigente mondiale che non ha sprecato un dollaro in ricerca in questa direzione, siamo ancora all’anno zero, il sottoscritto non esiste e non esiste nemmeno l’energia interattiva, compressa o non compressa. Siamo entrati di diritto nella posta spam indesiderata della classe dirigente mondiale. Certamente Albert Einstein ha impiegato meno tempo a elaborare la teoria della relatività. Ma il mio è stato un lungo lavoro di pazienza e di ricerca, perché avevo un metodo di lavoro ma non le soluzioni, che dovevano essere cercate mettendo insieme gli impianti sul territorio diversamente da quelli attuali, verificando se, almeno virtualmente, sarei riuscito a chiudere il ciclo del carbonio e a produrre acque alcaline negli impianti stessi o attraverso i collegamenti con i settori adiacenti. Questi trenta anni di lavoro del sottoscritto sono serviti a dimostrare che proteggere l’ambiente costerebbe meno che a inquinarlo. Perché per inquinarlo è necessario estrarre il carbone, il gas o il petrolio, trasportarli, raffinarli, distribuirli, depurare i fumi, mentre per produrre energia interattiva basta l’acqua e l’aria che ci circonda. Non nascondo che mi sarebbe piaciuto possedere il genio di Einstein. Ma penso anche che per noi che viviamo sul pianeta Terra, e non nello spazio, l’energia interattiva che depura l’ambiente è più utile della teoria della relatività. Oltre tutto, con l’energia con l’energia interattiva idroelettrica pressurizzata possiamo creare tutta l’energia che serve, anche per viaggiare nello spazio e creare all’interno delle astronavi l’habitat naturale che produce ossigeno e azoto per consentire la vita dell’uomo (http://www.spawhe.eu/aerospatial-pressurized-hydroelectric-transport-system/). Ovviamente, anche la Nasa tace sull’energia idroelettrica compressa, preferisce usare combustibili chimici per uscire dall’atmosfera e navicelle spaziali senza energia propria, con inaffidabili paracadute per far ritornare gli astronauti sulla terra. L’energia nucleare e le correnti di Foucault sulle quali stanno facendo ricerche da un centinaio di anni, non hanno prodotto ancora soluzioni accettabili sui mezzi di trasporto aerei e spaziali, mentre l’energia interattiva avrebbe la duplice funzione ambientale ed energetica. Ovviamente, non avendo speso nemmeno un dollaro in questa direzione il sistema è tutto da sviluppare, sfruttando al meglio i materiali e le pressioni.
    La scomoda energia interattiva, compressa e non compressa, aspetta ancora il primo euro o dollaro di finanziamento, nonostante mi sia costata trenta anni di lavoro per individuarla perché era ben nascosta da false convinzione scientifiche, non approfondite sufficientemente, sia per economizzare i sistemi depurativi per mezzo della legge di Henry, sia per produrre energia con il riciclo dell’acqua sfruttando molti principi fisici contemporaneamente: l’impenetrabilità dei corpi, la compressibilità dell’aria, la non comprimibilità dell’acqua, i principi di Pascal e Torricelli. E’ ovvio che era necessaria qualche invenzione strategica dell’uomo per mettere insieme tutte queste cose. Quando sono arrivato a concepire queste invenzioni importantissime per l’umanità intera avevo già compreso che i miei brevetti non hanno nessun valore legale, perché i legislatori per favorire i centri di potere hanno vincolato la proprietà intellettuale a quella industriale. Nessun inventore privato, soprattutto un pensionato con famiglia a carico può permettersi di pagare le tasse degli industriali, per avere il riconoscimento dei diritti di autore, che non hanno nulla a che vedere con la proprietà industriale. Sarebbe come se uno scrittore per pubblicare un libro dovesse realizzare una casa editrice. Questo modo di legiferare è molto grave perché la WIPO (world intellectual prorpety organization) fa parte delle Nazioni Unite. Ovviamente, le motivazioni che mi hanno spinto a dedicare trenta anni di lavoro allo studio di queste soluzioni non potevano essere fermate da queste bassezze legislative e sono andato avanti ugualmente, confidando ugualmente nella giustizia internazionale.
    Il problema principale che l’umanità deve affrontare è la trasparenza delle istituzioni che ci governano. Non è possibile che la scienza, la politica, gli imprenditori, nascondano la testa nella sabbia, rifiutando tutti insieme di accettare i propri errori, senza difendersi, ma semplicemente ignorando l’energia interattiva, dopo che certamente in buona fede, hanno costretto gli uomini a scavare il carbone, il gas e il petrolio, a realizzare centrali nucleari, creando vittime sul lavoro e stravolgendo l’ambiente, senza che l’umanità ci guadagnai economicamente perché nulla può costare di meno dell’acqua e dell’aria. Sbagliare è umano, ma non è umano nascondere le responsabilità fino a questo punto.
    Se supponiamo che solo il 5% della popolazione mondiale riesca a comprendere un discorso tecnico o scientifico sui principi della conservazione dell’energia, e sulla produzione di energia interattiva, considerando che siamo 7,5 miliardi di persone e che siamo nell’era di internet dovrebbe esserci un acceso dibattito sull’energia interattiva tra almeno 375 milioni di persone. Invece, c’è il silenzio assoluto, perché il sistema energetico mondiale sbagliato alimenta l’economia mondiale e chi ha un posto di lavoro sicuro preferisce tacere, piuttosto che auspicare cambiamenti radicali. Solo un folle come il sottoscritto ha lasciato un posto sicuro in una multinazionale per occuparsi di ambiente in una piccola azienda di 20 persone, che rischia tutti i giorni di chiudere per molte ragioni e che ha chiuso quando egli è andato in pensione, per la semplice ragione che anche il titolare dell’azienda è andato in pensione. Ma se io non avessi fatto questa difficile scelta, non avrei conosciuto gli impianti ambientali e di sollevamento delle acque come poche persone al mondo (http://www.spawhe.eu/about-us-curriculum-vitae/), da permettermi di andare controcorrente, sfidando con il solo ragionamento i professori, costruttori di pompe, la classe dirigente mondiale, che finge di non comprenderla per difendere i loro impianti sbagliati che sprecano energia e danneggiano l’ambiente. Probabilmente nel mondo non si sarebbe mai parlato di energie interattive anche per le generazioni future, visto che nessuno ne vuole parlare.
    Oggi la libertà intellettuale non è più minacciata dal fascismo, il comunismo, il populismo, il fanatismo religioso, è minacciata dai gruppi di potere che cercano di accaparrarsi i migliori cervelli per sviluppare un modello di sviluppo senza ritorno che vuole impadronirsi delle tecnologie, dei sistemi energetici e delle fonti di approvvigionamento. Questa folle corsa, che accentua le differenze sociali tra ricchi e poveri, tra chi ha un lavoro e chi non lo ha, sarebbe interrotta se l’energia e la depurazione potessero essere prodotte, nella maggioranza dei casi, con un solo processo, con l’acqua e con l’aria, senza costi sociali, in ogni angolo della terra e ad ogni ora del giorno e della notte per mezzo dei sistemi interattivi descritti su http://www.spawhe.eu, liberi dalla proprietà industriale delle multinazionali e da combustibili da acquistare. Ovviamente, per l’umanità e per l’ambiente, sarebbe la manna scesa dal cielo, ma per la borsa mondiale e le classi dirigenti industriali, della politica e dell’economia, dell’informazione e per le scienze che hanno prodotto l’attuale sviluppo, sarebbe una grande sconfitta.
    Per questa ragione i presunti 375 milioni di persone, tacciono e aspettano gli eventi senza esprimere la loro opinione, aspettando di salire sul carro vincente. Se vincerò, in ogni caso, non diventerò ricco come Bill Gates, perché non ho mai sognato di diventarlo e nemmeno fare l’imprenditore da pensionato. Al momento, le leggi attuali, create ad arte dall’ingiusto sistema di potere, non mi riconoscono nemmeno i diritti di autore, che sono riconosciti a tutti gli autori di opere di intelletto.
    Come si può definire un sistema globale energetico e protettivo dell’ambiente, basato solo sull’esperienza e il ragionamento, con zero finanziamenti?
    Al presunto popolo dei 375 milioni di persone appartengono le varie COP, G20, G8, G7, i convegni internazionali sull’idrologia, biologia, la fisica, la chimica, la meccanica, l’economia, i vari tipi di energie e di depurazioni mondiali. Infatti tali incontri non sono finalizzati all’individuazione di invenzioni strategiche interattive tra i principi, fisici, chimici, biologici, energetici, depurativi e dare una svolta alla creazione di un modello di sviluppo universale. Sono finalizzati a migliorare i sistemi attuali per conservare gli attuali centri di potere. Loro, se ci riescono, abbassano soltanto di quanto basta, la percentuale di CO2 nell’atmosfera per dimostrare che i loro sistemi funzionano e che chi propone soluzioni migliori e a basso costo è soltanto un sognatore. Ogni loro piccolo successo in tale direzione sarà esaltato anche se non produce grandi miglioramenti e opportunità di lavoro. Per il sottoscritto è tutto tempo perso perché se sono state sbagliate le pompe e i motori termici, solo stati sbagliati i principi fondamentali dello sviluppo e dell’economia mondiale. Prima si ferma questo modello di sviluppo meglio sarà per tutti.
    Facciamo una breve rievocazione storica: il cosiddetto “Homo sapiens”, apparso circa 200.000 anni fa, non ha alterato gli equilibri naturali fino all’invenzione luce elettrica di Thomas Edison nel 1878. Subito dopo sono iniziati i guai per l’ambiente, perché, giustamente, la sola illuminazione non bastava. Sfortunatamente, i nostri bisnonni, hanno individuato nel calore la fonte primaria di energia per illuminare le città, creare le attività industriali e alimentare i mezzi di trasporto. La produzione del calore, per mezzo del carbone e i combustibili fossili, ha creato più danni che benefici. Altri danni li hanno creati gli impianti chimici, le raffinerie di petrolio, i concimi chimici. Altri guai li hanno prodotti le cattive depurazioni. Altri guai li ha prodotti l’energia nucleare, altri l’energia idroelettrica deviando il percorso naturale delle acque. Alla vera energia sostenibile, più potente di quella termica e contemporaneamente depurativa dell’ambiente, inventata dal sottoscritto nel 2015 nessuno ha creduto perché tutti i paesi, prima di desiderare la sconfitta del riscaldamento globale, desiderano salvare le borse mondiali. Tutti questi vertici mondiali, da quelli generali a quelli specifici delle singole scienze e tecnologie mirano a difendere i propri interessi, soprattutto commerciali, e a nascondere gli errori e le responsabilità dei singoli paesi e delle singole categorie che hanno contribuito alle scelte energetiche e depurative sbagliate, che sono soprattutto, scelte dei centri di ricerca pubblica.
    Chi ci mette la faccia nei vertici più importanti sono soprattutto i politici e gli economisti, che devono gestire la ricchezza mondiale distribuirla in opere pubbliche, che non possono essere corrette se la ricchezza continua ad essere prodotta nel modo sbagliato, che produce contemporaneamente all’energia anche i danni da riparare, che assorbono gran parte della ricchezza prodotta; siccità, alluvioni, tifoni, incendi.
    Tuttavia, ancora oggi, quasi l’ottanta percento dell’energia è prodotta attraverso il calore, benché questo non è un elemento indispensabile alla produzione di energia, ma serve per produrre il vapore o il gas di combustione, la cui pressione produce l’energia attraverso le turbine a vapore o a gas. L’altro sistema sono i motori termici, dove i gas di combustione producono attraverso cilindri ed alberi a gomito la rotazione di un albero che può azionare direttamente un organo meccanico, oppure un generatore di energia elettrica, che a sua volta, tramite trasformatori di corrente e quadri elettrici può azionare altri motori elettrici, pompe, condizionatori, compressori resistenze elettriche e via di seguito. In ogni caso l’energia prodotta ha bisogno di essere alimentata, istante per istante dal fluido combustibile, che mediamente ha un rendimento termico pari a circa 0,35. La pressione prodotta dal vapore o gas è una pressione dinamica, la cui energia cinetica si consuma attraversando la turbina a vapore o a gas, oppure le camere di scoppio dei cilindri dei motori. La pressione iniziale del vapore surriscaldato si può aggirare sui sedici bar mentre quella dei gas di combustione sui quaranta bar ma, come detto, si azzera all’uscita delle turbine e delle camere di combustione. Se non si alimenta altro combustibile si ferma tutto.
    Quando avvengono le calamità naturali, la prima cosa che succede è proprio quella che si esaurisce il combustibile. La gente non può riscaldarsi, utilizzare l’acqua, e nemmeno i mezzi di trasporto per spostarsi in luoghi più sicuri. Quelle che ancora oggi sono considerate grandi invenzioni, nella realtà, se avessimo il cosiddetto “senno del poi”, sarebbero considerate delle trappole mortali, che ci siamo costruiti con le nostre mani, pagando a caro prezzo i combustibili e i guai ambientali e alla salute umana che producono a partire dalle estrazioni, il trasporto, la distribuzione, le mancate depurazioni. Qualcuno potrebbe dire, meno male che abbiamo almeno l’energia idroelettrica che rappresenta circa il 17 % dell’energia e non produce inquinamento. Questo è vero, ma quanto ci costa costruire dighe e bacini per utilizzarla? E quale è il rovescio della medaglia di questa energia fornita gratis dalla natura, se sottraiamo l’acqua ai suoi percorsi naturali? Anche la produzione di questa energia ha prodotto più danni che benefici favorendo le alluvioni autunnali e invernali e le siccità estive a causa della alta velocità di deflusso delle acque dalle montagne al mare. Se ci vogliamo consolare con la poca l’energia rinnovabile prodotta con costi ancora maggiori dell’energia termica non possiamo farlo perché occorrono almeno dieci metri quadrati dea migliore esposizione per produrre un solo KW di energia solare, e non possiamo osannare nemmeno l’energia eolica, che richiede un vento di 80 km/h per esercitare la pressione di 0,83 bar sulle eliche. Le speranze sull’energia nucleare sono morte a Hiroshima, ma anche i costi di questa energia non sono migliori di quelli termici.
    Io penso che sia abbastanza facile essere manipolati dagli uomini di potere quando si appellano alle nostre coscienze, invitandoci ad essere uniti contro la mafia, il terrorismo, le armi nucleari, le guerre, ma nello stesso tempo, penso che il loro vero volto lo mostrano quando governano e creano una iniqua distribuzione della ricchezza mondiale, anche sacrificando l’ambiente nel quale vivono, loro stessi e i loro figli. Poiché non si possono condannare le intenzioni politiche e filosofiche nascoste, dobbiamo concentraci sugli aspetti tecnici e scientifici, costringendoli a non sbagliare attraverso le progettazioni alternative. Io penso che questo sia l’unico antidoto possibile, anche se è molto difficile da attuare. Lo dimostra soprattutto, l’occultamento generalizzato dell’energia interattiva, che è anche la soluzione più economica. Questo silenzio mette a nudo anche le false opposizioni, perché la classe dirigente non è soltanto quella che governa, ma anche tutti coloro che hanno il potere di condizionare l’opinione pubblica attraverso la stampa i social network, i sindacati, le associazioni ambientali, gli istituti religiosi, le associazioni no profit. Non si può dire che le opposizioni non facciano proteste ambientali, ma nemmeno si può dire che sostengano un dibattito al loro interno per sostenere o meno una soluzione come l’energia Interattiva, che potenzialmente, risolverebbe tutti i problemi ambientali. Anche per le opposizioni l’energia interattiva non esiste. Per le opposizioni è una faccenda privata tra l’inventore i governanti e le multinazionali. Dimostrano di essere ignoranti anche sul piano legislativo, perché un’invenzione la può rivendicare solo chi ha un potere economico, non un inventore qualsiasi.
    Le opposizioni, come i governanti, possono esprimere dei dubbi sulla funzionalità delle ““energie interattive””. Se questi dubbi non riescono a chiarirli, i governati hanno l’obbligo di sperimentarle e le opposizioni l’obbligo di sostenere la sperimentazione. Nessuno può stare a guardare. Anzi, Le opposizioni dovrebbero battersi affinché le invenzioni degli enti di ricerca pubblici non siano vendute alle aziende private, perché una delle ragioni per le quali le “energie interattive”, non trovano interlocutori è che sono in concorrenza con invenzioni pubbliche vendute ai privati. Questo è un problema morale di portata internazionale, soprattutto, gli enti pubblici dovrebbero finanziarsi con la proprietà intellettuale e i diritti di autore, separati dalla proprietà industriale. Questo non riguarda soltanto i brevetti ambientali ed energetici ma anche quelli sulle medicine.
    E’ ovvio, che con gli attuali sistemi di potere e con le attuali opposizioni, che sono complici dell’attuale modello di sviluppo, una serie di invenzioni sostenibili riguardanti le “energie interattive”, non possono essere accettate spontaneamente da coloro che hanno scelto altre strade e creato una filiera infinita pubblica e privata che coinvolge tutti coloro che vivono di appalti, sub appalti, e forniture civili ed elettromeccaniche. Il sottoscritto conosce abbastanza bene il sistema, essendo stato un tecnico lavoratore dipendente, installatore di impianti industriali e ambientali per una vita intera (http://www.spawhe.eu/about-us-curriculum-vitae/). Questo sistema crea ricchezza e benessere di cui si prendono il merito, soprattutto i politici e gli economisti, che accettano l’inquinamento come un male necessario, non essendo in grado di comprendere gli errori commessi dai progettisti pubblici e privati sul piano ambientale ed energetico. Infatti, ancora oggi nell’intero pianeta, non esiste nessuno studio di protezione ambientale globale, a parte quello riportato dal sottoscritti su http://www.spawhe.eu. Questo piccolo sito web, si può leggere in due modi:
    -Partendo dalla vecchia Home Page, salendo verso l’alto per comprendere tutti i passi che hanno portato gradualmente all’individuazione di “energie interattive” sempre più efficienti, partendo dall’intenzione del sottoscritto di individuare in sistema depurativo efficiente anche contro le emissioni di CO2 emesse dall’energia fossile. Da questa lettura si comprende chiaramente che la produzione di energia non era prevista, ma è nata spontaneamente migliorando i sistemi depurativi concepiti con criteri interattivi tra acqua e aria.
    -Partendo dalla nuova Home Page e scendendo verso il basso per chi ha fretta e vuole conoscere solo i sistemi interattivi più efficienti.
    Di tutti gli impianti descritti su http://www.spawhe.eu non ne esiste nemmeno uno perché tutti gli enti pubblici e privati mondiali si sono sempre occupati sempre di problemi specifici e soluzioni specifiche: solo energia di qualsiasi tipo; solo depurazione dell’acqua; solo depurazione dell’aria. Nessuno ha pensato, come il sottoscritto, di realizzare impianti globali, che inevitabilmente, avrebbero portato all’energia interattiva, se oltre a conoscere i cicli depurativi, avessero avuto anche le conoscenze dell’organizzazione scientifica del lavoro, la progettazione degli impianti di sollevamento pubblici e il funzionamento dettagliato delle pompe.
    E’ quasi ovvio che chi è abituato a ragionare senso unico, fossilizzato su singole esperienze e tecnologie, non mi creda quando asserisco che tutti i problemi ambientali sono iniziati fin dall’avvento dell’epoca industriale, quando non sono state modificate le pompe idrauliche centrifughe, inventate dall’Italiano Erone Alessandrino nel lontano 1592, che prima dell’invenzione dei motori elettrici, venivano girate a mano, o con flussi di acqua caduti dall’alto. Era quello il momento in cui le pompe, che oggi sono il cuore di tutti gli impianti civili, industriali, agricoli, termici, depurativi, dovevano essere riprogettare, non solo per aumentare i rendimenti e creando le molte versioni, come è avvenuto, ma anche per aggirare la forza gravitazionale. Oggi per salvare il pianeta è necessario ripartire proprio dalla riprogettazione delle pompe e degli impianti che le utilizzano. Se riusciamo a far comprendere a chi non vuole comprenderlo, che è possibile aggirare la forza gravitazionale e le pressioni idrostatiche senza utilizzare nessun tipo di combustibile termico o nucleare, ma soltanto i principi fisici di Pascal, Torricelli ed Henry, modificando le pompe. Una volta aggirata la gravità e la pressione che si oppone, noi possiamo produrre energia elettrica, attraverso turbine, che non sono altro che pompe alimentate al contrario, ma accoppiate a generatori di corrente. Dovremmo convenire che l’energia termica non serve, non soltanto perché inquina, ma anche perché antieconomica, essendo un inutile passaggio, non indispensabile alla produzione di energia. Purtroppo, questi concetti non li possono afferrare i politici che ci rappresentano ai vertici mondiali, se prima non li afferrano i loro consulenti scientifici e questi non li afferrano perché hanno commesso troppi errori e non hanno il coraggio di ammetterlo.
    Per il sottoscritto, il pensiero scientifico razionale globale è alla portata di tutti, anche dei politici che vanno ai vertici mondiali se vogliono approfondire i concetti. Infatti, tutti i processi che riguardano l’ambiente e l’energia si possono scomporre in modo dettagliato seguendo i cicli di trasformazione chimici, biologici, nucleari, dei singoli componenti coinvolti, fino alla completa neutralizzazione degli stessi. Per tale ragione i cicli energetici e quelli depurativi devono essere progettati insieme. Se producendo energia, non si depurano i fumi, non si raffreddano le acque, non si neutralizza il CO2, o le scorie radioattive il progetto deve essere considerato incompleto e non compatibile con l’ambiente.
    http://www.spawhe non saprebbe neutralizzare le scorie nucleati, ma tutte le altre energie fisico, chimiche, biologiche, termiche si possono neutralizzare completamente diventando interattive e proteggendo l’ambiente. Certamente è costoso e ingombrante neutralizzare a umido i fumi di combustione, compreso il CO2, mediante i sistemi che ho proposto attraverso la circolazione dell’acqua in serre calcaree, ma non ci sono alternative se non si vuole ricorrere alla cattura e allo stoccaggio del CO2 nel sottosuolo, che è una soluzione, ancora più costosa e che per giunta, non lo neutralizza, ma lo nasconde soltanto, creando problemi ancora più gravi. Bisogna chiedersi: non è un controsenso realizzare grandi impianti termici con grandi portate di acque per il raffreddamento e non coinvolgere tali acque nella neutralizzazione del CO2 e dei fumi?
    Probabilmente, se i progettisti degli impianti termici, avessero fatto gli stessi studi che ha fatto il sottoscritto, da soli o con l’aiuto di consulenti, per economizzare i processi di riciclo dell’acqua, potevano arrivare anche loro all’invenzione della pompa con la doppia alimentazione separata fino alla girante. Questa invenzione è estremamente logica perché la retro azione dell’energia si usa in tutti i circuiti elettrici, elettronici, pneumatici oleodinamici e anche in quelli idraulici, basti pensare alle idro valvole che sono valvole di intercettazione di grandi dimensioni che usano il pilotaggio idraulico preso dal lato con maggiore pressione. C’è un solo modo per utilizzare la retroazione della pressione in mandata negli impianti di sollevamento ed è quello di far entrare dal lato aspirante almeno la metà della portata della pompa, sfruttando dinamicamente l’effetto venturi prodotto dalla restrizione di sezione al centro della girante, che fa entrare l’acqua dall’esterno e il principio di Pascal nella sezione successiva, dove avviene l’espansione di pressione che solleva anche le acque entrate con minore pressione.
    Questo sistema ci consente di sollevare le acque con bassissimi costi aggirando la forza gravitazionale in impianti sempre pieni, o pressurizzati con aria compressa sulla mandata della pompa, che hanno dato origine all’invenzione dell’energia interattiva idroelettrica compressa, che moltiplica senza costi anche i rendimenti depurativi. Non essendoci limiti alla pressione che può raggiungere l’aria compressa, è ovvio che teoricamente, potremmo realizzare motori idroelettrici piccolissimi e potentissimi. Questo dipende soltanto dai materiali che useremo, che certamente non sarà la ghisa, ma leghe leggere, dalla precisione delle lavorazioni meccaniche delle pompe con la doppia alimentazione separata fino alla girante, delle pompe che useremo come turbine e dalla tenuta delle valvole di intercettazione e di ritegno che useremo nelle applicazioni sui trasporti. Molta esperienza può essere estratta dalle applicazioni dei circuiti oleodinamici che lavorano anche a pressioni di 500 bar, dove l’acqua potrebbe essere sostituita con olio idraulico per limitare l’usura dei componenti, fermo restando che il circuito deve essere concepito come indicato dal sottoscritto, perché per produrre energia è necessario che la turbina scarichi completamente la pressione e che la pompa con la doppia alimentazione separata fino alla girante introduca l’acqua o l’olio caricato nel circuito pressurizzato.
    Bisogna chiedersi: che senso ha consentire lo spreco di denaro pubblico e privato nelle gare automobilistiche e nei voli acrobatici degli aerei, quando il motore termico non può avere un futuro?
    Non sarebbe più stimolanti dal punto di vista sportivo, ambientale, tecnologico, scientifico, fare delle gare per chi realizza i migliori motori idroelettrici compressi e li monta sulle varie categorie di mezzi di trasporto facendo anche della gare di velocità, categoria per categoria, auto, camion, mezzi agricoli, barche, navi, aerei, senza inquinare l’ambiente? Oltre tutto, i motori idroelettrici compressi potranno essere più potenti di quelli termici, potendo utilizzare pressioni sicuramente superiori ai cento bar e la circolazione dell’acqua nelle turbine, che ha una densità quasi mille volte superiore a quella dell’aria. E’ molto più semplici da gestire e manutenere un’alta pressione statica a temperatura ambiente che una pressione dinamica a temperature superiori ai 1.000 gradi con valvole di aspirazione e mandata che si aprono e chiudono continuamente. Inoltre, sembra che avere un’autonomia infinita, poiché il combustibile e sostituito dall’aria comprimibile e la piccola quantità di acqua riciclata continuamente nell’impianto, sia una cosa di poca importanza, per il masochismo mondiale dilagante, che oltre ai leader mondiali, sembra che coinvolga tutte le categorie sociali. Tutti sono abituati a soccorrere i vincitori, i premi Nobel, gli statisti e gli imprenditori che hanno prodotto un benessere che comunque sarebbe avvenuto per merito delle tecnologie sviluppate, mentre nessuno si accorge che le invenzioni ambientali ed energetiche sono state tutte sbagliate dall’avvento dell’era industriale, perché pochi sono quelli che creano e moltissimi quelli che copiano, creando investimenti sbagliati nelle opere civili, industriali, nei beni di consumo e nell’impiantistica generale.
    Cosa ci vuole a comprendere che la pressione statica dell’aria compressa (Pascal) sull’acqua o l’olio incomprimibile, costringe questa a uscire da un foro effettuato sul serbatoio (Torricelli) con l’energia dell’aria compressa e che attraversando una turbina idraulica collegata a in alternatore produce energia elettrica? Sembra che fino a questo punto non ci siano problemi, tutti dovrebbero comprenderlo. Le incomprensioni nascono quando si prende l’acqua scaricata dalla turbina approfittando della depressione che si crea al centro della girante di una pompa centrifuga per inserirla di nuovo nel serbatoio pressurizzato. E’ ovvio che con le attuali pompe non si può fare, ma soltanto perché tali pompe non sono alimentate correttamente, altrimenti, buona parte di esse già potrebbero farlo. Dipende dalla forma delle giranti utilizzate. Sicuramente quelle più adatte per le alte pressioni, sono quelle con la girante chiusa. Per alimentarle correttamente aggirando la pressione idrostatica del serbatoio in cui vogliamo far entrare l’acqua, dobbiamo dividere ermeticamente l’ingresso dell’acqua nella pompa in due o quattro parti, arrivando radenti alla girante in rotazione. Poco meno della metà della portata la alimentiamo con l’acqua in bassa pressione scaricata della turbina e l’altra metà con l’acqua in alta pressione, presa dallo stesso serbatoio pressurizzato. Non occorre essere degli scienziati per comprendere che basta una piccolissima prevalenza della pompa per riciclare l’acqua in alta pressione perché la pressione in aspirazione e mandata è uguale. Ma poiché nel settore adiacente ermeticamente separato della stessa girante entra contemporaneamente acqua in bassa pressione, che va nella stessa direzione, è evidente che durante la rotazione la pressione maggiore si espande, trascinando anche l’acqua in bassa pressione verso l’uscita della girante e all’interno del serbatoio. E’ altrettanto evidente che la quantità di acqua che può entrare nel serbatoio pressurizzato è esattamente la stessa di quella che esce dalla turbina, altrimenti l’acqua in bassa pressione non potrebbe entrare essendo i volumi interni al serbatoi già occupati dall’acqua e l’aria compressa contenuti (principio della impenetrabilità dei corpi).
    C’è qualcosa che non quadra a livello mondiale se i consulenti scientifici degli statisti, non afferrano dei concetti fisici e meccanici semplici, oppure sono i leader mondiali politici e industriali a non comprenderli.
    Per quanto riguarda il concetto depurativo, possibile che non si comprenda il fatto che l’acqua che entra el serbatoio pressurizzato assorbe una quantità di ossigeno superiore a quella che aveva all’esterno, pertanto quando esce di nuovo dalla turbina, esce con un grado di depurazione superiore? Ovviamente, senza spendere l’energia che oggi spendiamo per depurare le acque insufflando aria a quattro cinque metri di profondità nei bacini di ossidazione con potenti elettro soffianti e diffusori di aria.
    Cosa ci vuole a comprendere che oggi si depura solo la pochissima acqua che passa attraverso i depuratori, mentre con la produzione di energia interattiva possiamo depurare gratis anche le acque piovane, quelle dei bacini, dei pozzi e dei fiumi che sono inquinate dall’agricoltura, dagli animali, dagli scarichi abusivi? Cosa ci vuole a comprendere che l’aria compressa agisce come una molla compressa che esercita la propria pressione statica anche se non si espande e che una molla esercita la propria forza senza richiedere energia? Pertanto, l’idroelettrico compresso consuma soltanto l’usura delle macchine rotanti: in primo luogo, la pompa con la doppia alimentazione separata fino alla girante, poi il gruppo turbina alternatore e in minima parte il compressore che deve solo comprimere l’aria che si dissolve solubilizzandosi nell’acqua, non quella pompata a forza nell’acqua, di cui solo una piccolissima parte si solubilizza. L’energia che consumiamo è diverse centinaia di volte inferiore a quella che produciamo grazie alla forza compressa una sola volta e soltanto rabboccata durante l’esercizio. Cosa ci vuole a comprendere che l’attuale rendimento dei motori a degli impianti termici (0,35) che nelle turbine dei turboventilatori aeronautici non arriva allo 0,25, e nei razzi a reazione ancora meno? Senza contare l’inquinamento che producono e i costi che i contribuenti o gli utenti devono pagare per acquistarli.
    Tutti questi aspetti che vanno contro ogni legge dell’ambiente e dell’economia, sono i consulenti scientifici che non li trasmettono, oppure sono i leader mondiali e i capitani di industria che non li recepiscono? L’assurda convinzione della classe dirigente che governa l’ambiente e di quella che vorrebbe governarla è che l’energia non si possa produrre in modo alternativo ai sistemi attuali. Continuano a ragionare con i criteri scientifici che hanno portato a scegliere i combustibili fossili e quelli nucleari, che richiedono impianti complessi per produrre energia e ancora più complessi per neutralizzare l’inquinamento che producono. Hanno sottovalutato i principi di Pascal, Torricelli ed Henry, che richiedevano piccole invenzioni tecnologiche e impiantistiche per poterli utilizzare senza produrre nessun tipo di inquinamento, ma depurazioni gratuite. Sono questi principi che fanno la differenza tra l’energia spesa dalla pompa che recupera l’acqua che sfrutta regimi idraulici favorevoli al risparmio energetico (depressione aspirante e riciclo nell’ambito del volume di acqua accumulato) e quella prodotta dalla turbina che sfrutta un regime idraulico favorevole alla produzione di energia (la pressione statica di Pascal imprigionata sulla superficie dell’acqua che incrementa l’altezza Hu dell’acqua che esce dal serbatoio con il principio di Torricelli). Questo non è altro che lo stesso sistema utilizzato per produrre l’attuale energia idroelettrica, ma molto più potente, perché possiamo sfruttare una altezza utile Hu di migliaia di metri di colonna d’acqua nella formula Pu = η*Q*Hu, senza realizzare grandi dighe e grandi bacini, ma semplicemente riciclando l’acqua con il regime favorevole consentito solo dalla pompa con la doppia alimentazione separata fino alla girante.
    Non bisogna dimenticare che Negli ultimi 250 anni, la concentrazione atmosferica di CO2 è cresciuta di circa il 45%, passando da 278 ppm dell’età pre-industriale ai 403 ppm del 2017. Le cause principali di questo incremento sono da ricercarsi nell’utilizzo dei combustibili fossili e nella deforestazione. Ma quello che è buffo è il fatto che non ci sono ragioni economiche per aver fatto queste scelte perchè l’energia interattiva costa centinaia di volte in meno. Questo tasso di crescita, che abbiamo prodotto inutilmente, è più veloce di qualsiasi altro registrato nella storia del pianeta degli ultimi milioni di anni (Doney et Schimel 2007), e l’attuale concentrazione di CO2 in atmosfera è la più alta riscontrata negli ultimi 800.000 anni (Lüthi et al. 2008). Quasi la metà della CO2 prodotta dall’uomo negli ultimi due secoli è stata assorbita dagli oceani innescando tale processo; senza questa funzione tampone i livelli atmosferici di CO2 attuali equivarrebbero a oltre 500 ppm.
    Dall’età preindustriale ad oggi, il pH medio della superficie degli oceani è diminuito di circa 0.15 unità, passando da 8.25 a 8.10, e, secondo proiezioni basate su diversi scenari, ci si aspetta un’ulteriore diminuzione di 0.5 unità per la fine del ventunesimo secolo (Royal Society 2005). In concomitanza con la diminuzione del pH, le reazioni provocate dall’aumento di CO2 negli oceani portano anche ad una diminuzione della disponibilità di ioni carbonato e ad un innalzamento delle profondità di compensazione dei carbonati e dell’aragonite, rendendo difficoltosa la calcificazione da parte degli organismi marini. La quantità di plankton e la pescosità dei mari sta diminuendo paurosamente come le barriere coralline. Le due semplicissime soluzioni proposte in http://www.spawhe.eu, sono state ignorate delle istituzioni ma sono le uniche possibili perché sono le uniche sostenibili essendo interattive con l’ambiente. Infatti, negli oceani potremmo realizzare il welling artificiale che solleva in superficie il calcio e il carbonio solubilizzati nelle piane oceaniche aspirandoli per effetto venturi in modo da rendere possibile la creazione del plankton naturale e di conseguenza zone pescose come quelle esistenti dove avviene il welling naturale (http://www.spawhe.eu/artificial-welling-files/). L’altra soluzione è quella di inviare maggiori quantità di acque dolci pulite e alcaline ai mari. Questo sembrerebbe “l’uovo di colombo” ma non è così perché attualmente attraverso i depuratori passa soltanto una piccolissima quantità di acqua, ma i depuratori la depurano soltanto, non la alcalinizzano perché il processo è costoso, inoltre per fornire alcalinità all’acqua con gli attuali sistemi è necessario utilizzare l’ossido di calcio, la cui produzione avviene per calcinazione del carbonato di calcio a 800 -1000 °C, secondo la reazione: CaCO3 + calore → CaO + CO2 questa reazione comporta l’emissione in atmosfera di 1,57 kg di CO2 per ogni Kg di CaO prodotto in base al peso molare, più le emissioni di CO2 dovute al combustile utilizzato. L’unica soluzione sostenibile è quella di produrre a freddo i bicarbonati nell’acqua in serre calcaree, ma questa soluzione, a causa del costo energetico per il sollevamento delle acque è ugualmente gravosa, pertanto anche in questo caso l’invenzione della pompa con la doppia alimentazione separata si rivela importantissima per azzerare tale costo. Pertanto, se ipotizziamo di eliminare completamente gli impianti energetici termici fissi e mobili, noi possiamo creare dappertutto, negli strati bassi dell’atmosfera, impianti energetici con il riciclo dell’acqua compressi o in vaso aperto che come effetto secondario oltre a ossidare le acque possono anche alcalinizzarle, direttamente nei fiumi, laghi, pozzi, fogne, dove sulla superficie dell’acqua ristagna il CO2, piccole piogge artificiali su materiali calcarei frantumati che producono carbonati nelle acque, che vanno verso i mari e laghi, assorbendo il CO2 dall’ambiente e producendo carbonati che combattono le acidificazioni degli stessi. I meccanismi di reazione del calcio sono le reazioni di erosione. Il meccanismo di reazione per l’erosione del carbonio è: H2O + CO2 -> H2CO3 (acido carbonico). Inoltre, CaCO3 + H2CO3 -> Ca(HCO3)2 Questo composto è l’idrogenocarbonato di calcio (bicarbonato di calcio).
    Non è paradossale, al di sopra di qualsiasi romanzo di fantasia, pensare che da sempre, noi avremmo potuto sottrarre CO2 all’ambiente con l’energia interattiva che costa molto meno, Invece abbiamo scelto la soluzione più costosa e che riscalda il pianeta. A cosa servono le COP e altre conferenze mondiali a risolvere i problemi, oppure a nascondere le soluzioni? Cosa aspettano i Giudici Internazionali a fermare queste sceneggiate internazionali e questa volontà suicida collettiva?
    Cordiali saluti
    Luigi Antonio Pezone

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