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Torna il vuoto a rendere: dal 10 ottobre si parte

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Siamo invasi dalla plastica e sappiamo come questo sia un problema ambientale serio. A complicare la faccenda spesso si inseriscono anche veri e propri stili di vita, come l’abitudine da parte degli italiani di acquistare acqua in bottiglie di plastica in maniera quasi compulsiva – ne avevamo parlato qui – e l’impossibilità di ricorrere al vuoto a rendere.

Uno spreco di materiali e risorse con relativo impatto ambientale intollerabile che evidentemente ha spinto i nostri governanti a riflettere. La buona notizia è che proprio nel nostro Paese da questo momento in poi verrà incoraggiata una pratica virtuosa tesa a premiare chi tornerà ad utilizzare il caro e vecchio servizio del “vuoto a rendere” che riguarda le bottiglie in vetro e i materiali più resistenti. Chi di voi ha vissuto durante gli anni ‘80 certamente ricorderà come nei supermercati si pagava una piccola cauzione sulla bottiglia di acqua o di birra per poi riceverla indietro al momento della riconsegna del contenitore vuoto.

Non è perfettamente chiaro perché abbiamo abbandonato questa prassi nel corso degli anni, alla luce dei fatti è spontaneo comprendere che sia stato un errore, però la buona notizia, come dicevamo, è che da ora in poi all’ingresso bar, ristoranti e vari altri punti di consumo troveremo un simbolo che contraddistinguerà coloro che hanno scelto di aderire alla nuova campagna che prova a contenere questo sperpero insensato di materiali.

Ufficialmente il vuoto a rendere partirà dal 10 ottobre, quando non solo vetro ma anche plastica e materiali resistenti verranno ritirati una volta esaurito il contenuto. Ad annunciarlo è stato il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti, dopo aver varato il regolamento che dà attuazione alla misura del “Collegato Ambientale”, già approvata nel 2015 e che fa riferimento alla prevenzione dei rifiuti di imballaggio monouso con introduzione, su base volontaria e annua, del sistema di restituzione di bottiglie riutilizzabili.

Quello che si vuole fare con questa misura è piuttosto chiaro: incentivare il consumatore finale a restituire la bottiglia vuota pesando così meno sullo scarto dei rifiuti e alleggerendo il lavoro di raccolta differenziata.

Ma quanto varrà e come funzionerà il vuoto a rendere? Per quanto riguarda l’importo sappiamo già che la cifra potrà variare da 0,05 euro per le lattine da 200 ml, fino a 0,3 euro per le bottiglie da un litro e mezzo e – questo va sottolineato – in nessun caso comporterà un aumento di prezzo per il consumatore.

Altra cosa importante da evidenziare è che le norme disciplinano i vuoti a rendere di volume compreso tra gli 0,20 e gli 1,5 litri; in questo modo sarà inoltre possibile avere un’idea della funzionalità del sistema e della sua fattibilità, così da operare eventuali aggiustamenti qualora qualcosa nel tempo non dovesse funzionare.

Una sperimentazione da accogliere con ottimismo se pensiamo al concreto problema dei rifiuti, in ragione anche del fatto che forse non tutti sanno che i contenitori più resistenti possono essere riutilizzati fino a 10 volte prima di diventare scarto. E allora  perché non incoraggiare questa buona prassi?

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