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Ideare soluzioni concrete in grado di rendere più semplice e agevole la vita delle persone con disabilità e dei loro familiari. E’ quanto hanno fatto, per il secondo anno consecutivo, alcuni studenti del Politecnico di Torino iscritti al corso di “Tecnologie per la Disabilità“. Gli allievi dell’Ateneo piemontese hanno, infatti, partecipato ad [email protected] che gli ha permesso, al posto di sostenere il tradizionale esame, di lavorare insieme a maker, designer e famiglie seguite dalla Fondazione Paideia per provare a rispondere alla richiesta di presidi e oggetti progettati o adattati in base alle esigenze delle persone con disabilità.
Il progetto Hackability è un format nato a Torino nel 2015 e adottato dal corso di “Tecnologie per la Disabilità” nel 2016, con l’obiettivo di usare la coprogettazione come occasione di empowerment e inclusione e costruire un ambiente dove maker, designer e persone con disabilità possano arrivare alla prototipazione e alla realizzazione personalizzata e in piccoli numeri di presidi e oggetti a basso costo in grado di supportare le persone con disabilità nella vita quotidiana.
[email protected] è stato realizzato dal Team Studentesco [email protected], nato dagli studenti che l’anno scorso hanno partecipato all’iniziativa, grazie al supporto del Politecnico di Torino, di Hackability, del Laboratorio Nazionale AsTech del Consorzio CINI e di Fondazione Paideia.
Un’esperienza formativa e allo stesso tempo emozionante, sia per gli studenti che per le persone coinvolte nel progetto che potranno beneficiare delle “invenzioni” dei giorni studenti. Così, Lorenzo, uno dei genitori che ha partecipato al progetto, ha raccontato la sua esperienza: «Per progettare un triciclo in grado di garantire più sicurezza e stabilità rispetto alle normali biciclette con le rotelle per mio figlio Simone abbiamo pensato insieme agli studenti a un sistema simile a quello degli scooter a tre ruote, con il corpo pedali con catena rimovibile che diventa un triciclo a spinta e a sua volta si trasforma praticamente in un passeggino e grazie al supporto per iPad gli permette di stare comodamente seduto a guardare i cartoni animati».
Giuseppe Airò, che per conto di Hackability ha seguito il progetto, ha aggiunto: «Per il secondo anno, grazie a Fondazione Paideia e al lavoro del Team Studentesco riusciamo a calare gli studenti in un’esperienza che permetta loro di co-progettare, lavorare in team, sviluppare competenze trasversali partendo da bisogni concreti, un’esperienza non solo di studio e di lavoro, ma anche umana».
Sono nata ad Avezzano (L’Aquila) sotto il segno dell’acquario, il 18 febbraio 1981, e dal 2009 vivo a Montesilvano (Pescara). Socievole, chiacchierona e curiosa dalla nascita, ho assecondato questa naturale inclinazione laureandomi a 24 anni in Scienze della Comunicazione a Perugia e scegliendo il giornalismo come ragione di vita prima ancora che come professione. Dopo diverse esperienze come giornalista di carta stampata e televisiva, dal 2012 mi occupo di cronaca per il quotidiano abruzzese il Centro, oltre a curare diversi progetti come freelance. Tra le mie più grandi passioni, oltre alla scrittura, ci sono i viaggi, la fotografia e il cinema, che nel 2011 mi hanno portato a realizzare, come coautrice, un documentario internazionale sulla figura della donna nell’area del Mediterraneo. Dall’estate 2015 ho il privilegio di dirigere il portale Felicità pubblica. Indipendente, idealista e sognatrice, credo nella famiglia, nell’amore, nell’amicizia e nella meritocrazia e spero in un futuro lavorativo migliore per i giovani giornalisti che, come me, preferiscono tenere i sogni in valigia piuttosto che chiuderli in un cassetto.
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