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Legambiente: “In Italia l’amianto uccide ancora troppe persone”

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L’amianto fa ancora tanta paura in Italia dove, nonostante la messa al bando dell’eternit risalga ormai a 24 anni fa, sono ancora troppe le persone che muoiono a causa di questo materiale pericolosissimo.

In occasione della Giornata mondiale delle vittime dell’amianto (celebrata lo scorso 28 aprile), Legambiente ricorda quali siano i numeri del fenomeno: nel nostro Paese muoiono 4mila persone ogni anno per tutte le malattie correlate all’amianto, con oltre 21mila casi di mesotelioma maligno diagnosticato dal 1993 al 2012 (ben sei mila casi in più rispetto al precedente aggiornamento del Registro nazionale mesiotelioma di Inail risalente al 2008).

Purtroppo l’amianto è ancora molto diffuso e in diverse forme, sul tutto il territorio nazionale e probabilmente sono gli stessi cittadini a non comprendere appieno la sua pericolosità. Le stime (per difetto) di CNR-Inail parlano di ben 32 milioni di tonnellate; il Programma nazionale di bonifica dei Siti di Interesse Nazionale conta 75mila ettari di territorio in cui è accertata la presenza di materiale in cemento amianto.

Se da un lato c’è da segnalare, a Casale Monferrato, la conclusione della bonifica del sito industriale della Eternit, e a Bari, la messa in sicurezza permanente del sito Fibronit, attualmente in corso, molto resta ancora da fare. Il Ministero dell’Ambiente riporta 53.150 siti contenenti amianto, di cui solo 2.596 bonificati, 4.408 siti parzialmente bonificati e 46.146 da bonificare. Seppure si tratta dell’unico dato su scala nazionale, i numeri sembrano essere molto sottostimati, come dimostrano gli aggiornamenti provenienti da alcune regioni. Ad esempio nella sola Lombardia, stando al censimento aggiornato al giugno 2015, risultano circa 184 mila strutture contaminate da amianto. E in alcune regioni i dati sono ancora incompleti. Dai dati del Ministero infine risulta evidente il ritardo sugli interventi di bonifica, completati solo nel 5% dei casi.

Come sottolinea Legambiente, dunque, il risanamento ambientale, la bonifica e il corretto smaltimento dei materiali contenenti amianto devono essere le priorità per portare a zero il rischio connesso con l’esposizione a questa pericolosa fibra.

«A 25 anni dalla sua messa al bando l’amianto è ancora presente in migliaia di siti su tutto il territorio nazionale», evidenzia Giorgio Zampetti, responsabile scientifico di Legambiente. «Per questo è urgente intervenire tanto sui grandi siti industriali quanto sugli edifici pubblici e privati. Prima di tutto occorre completare il censimento e individuare le priorità di intervento, a partire dalle scuole e dalle strutture pubbliche. E’ necessario risolvere il problema dello smaltimento, dal momento che per la carenza di siti in Italia siamo costretti ad esportare all’estero ancora grandi quantitativi. Infine occorre promuovere una corretta informazione sul problema, per far conoscere gli strumenti messi a disposizione a livello nazionale e regionale, laddove esistono, come comportarsi per eseguire interventi corretti e infine sui rischi derivanti dall’esposizione alle fibre e allo smaltimento illegale dei materiali. Per questo Legambiente è attiva in diverse parti d’Italia con diverse campagne rivolte a cittadini e amministrazioni».

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2 Comments
  1. Elvia Franco says

    Obbligare i proprietari di strutture , garage , capannoni con vecchi tetti di eternit, a esporre all’ esterno delle strutture, ben visibili ai cittadini, dei cartelli che dichiarino il buono stato dell’ eternit, la sua non pericolosità ambientale, cartelli ovviamente con il nome della ditta che ha eseguito i lavori di accertamento. Questa è un’ operazione di civiltà .
    E questo è anche un modo per creare posti di lavoro . L’ ambiente che da lavoro insomma !

    Mi chiedo inoltre se le case vicine a capannoni con immensi tetti di eternit, non subiscano una svalutazione del loro valore

    1. Elvia Franco says

      speriamo sia approvato!!

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