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Un pezzo di storia lascia orfana Milano: dopo 70anni di attività, il 31 marzo prossimo chiuderà la libreria “La tramite”, situata in piazzale Medaglie d’oro, proprio vicino a Porta Romana, quella cantata nelle vecchie osterie meneghine e da Giorgio Gaber.
Una libreria per collezionisti, gestita da ben 35 anni da Giancarlo Benzoni con una passione e una dedizione uniche. Ci si trovavano infatti, oltre ai libri, figurine da collezionare di tutti i tipi, comprese le rarità della Liebig (chissà, magari si trovava persino quella del feroce Saladino), manifesti, poster, cartoline, addirittura portolani. Con amarezza Benzoni sottolinea che tutti si accorgono della chiusura delle librerie quando ormai è troppo tardi e che, nei confronti de La tramite c’è stata indifferenza sia da parte delle case editrici che dei lettori.
Purtroppo quanto Giancarlo Benzoni asserisce è vero, in primis perché non siamo un popolo di lettori.
Ci sono poi tantissimi altri fattori che influiscono sulla difficile sopravvivenza di una libreria indipendente: per esempio il costo dell’affitto – che in una città come Milano incide molto -, le spese molto alte, gli scarsi profitti, la concorrenza delle grandi editorie, la scarsa – come dicevamo – vendita.
Va detto che nell’editoria, il pagamento dell’IVA spetta soltanto all’editore, restando ovviamente valido il concetto che sarà il consumatore finale, quindi l’acquirente del libro, che ne avrà il carico. Infatti nel commercio di prodotti editoriali la cessione soggetta ad IVA si realizza tra editore e consumatore finale, mentre i soggetti intermedi non sono né giuridicamente né fiscalmente parti della compravendita.
Difficile in ogni caso la sopravvivenza della libreria di una volta. Quella dove potevi trovare il libraio che ti riconosceva, era al corrente dei tuoi gusti di lettore appassionato, che leggeva per primo le novità e che te le proponeva con entusiasmo come se ti proponesse un gioiello. E magari lo era.
Intendiamoci, spiace e spiace molto che questo mondo pian piano sia destinato a scomparire, ma non possiamo non capire quanto abbia inciso la crisi economica anche sulle letture.
I libri si trovano oggi anche nei Centri Commerciali, magari con sconti promozionali che vanno al di là del 15% ammesso dalla legge; si trovano in formato digitale e costano meno della metà di quelli cartacei; nei megastore di libri trovi le poltroncine in cui sederti, bere un caffè e visionare con calma i volumi che pensi di leggere. Per chi vuole leggere davvero, insomma, soluzioni ce ne sono tante.
Ma lo stesso il pensiero corre al buon vecchio amico libraio che sapeva cogliere nel segno ogni volta.
Sono nata a Milano il 3 giugno 1957 da genitori piemontesi. Mi sento però a tutti gli effetti milanese perché amo profondamente la mia città. Ho frequentato il Liceo Classico Omero, percorso di studi che rifarei senza alcuna remora. Amo tutta la letteratura e tutti i libri che siano degni di chiamarsi tali e possiedo una notevole libreria in casa, tant’è che ho fatto rinforzare i pavimenti.
Ho svolto nel corso degli anni praticamente tutti i lavori inerenti ad aziende di commercio alimentare, dall’import alla contabilità, alla conoscenza dei prodotti.
Sono poi passata a interessarmi di economia e finanza ma le mie passioni rimangono quelle umanistiche, in particolare la Storia. Mi piace molto scrivere, attività che ho sempre svolto con molta passione.
Adoro tutta la musica, da quella classica a quella contemporanea, da quella popolare a quella cantautoriale.
Mi diverto a cucinare i piatti della tradizione e, ahimè, oltre a cucinarli, li mangio.
Mi piacciono le sfide e amo confrontarmi con gli altri, per questo sono contenta di collaborare con Felicità Pubblica che me ne dà l’opportunità…
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