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Caro Gentiloni, ecco le cinque priorità ambientali

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Come a un vecchio amico Legambiente si rivolge subito a Paolo Gentiloni, nuovo presidente del Consiglio,  per suggerire l’agenda delle priorità ambientali. Gentiloni, “uomo onesto e dalla cultura ambientalista”, come lo definisce Rossella Muroni presidente di Legambiente, dal 1984 al 1993 ha diretto La Nuova Ecologia, mensile dell’associazione.

D’altra parte Gentiloni nelle “stringate” dichiarazioni programmatiche alla Camera non ha dimenticato di affermare che il governo sosterrà con rinnovato slancio la “green economy, frontiera su cui davvero possono farsi valere nel mondo le eccellenze italiane, nel quadro delle decisioni internazionali che sono state assunte sul clima e che l’Italia nei prossimi mesi difenderà con forza”.

Cinque le priorità indicate da Legambiente: ricostruzione post terremoto, nuova strategia energetica nazionale coerente con gli impegni della Cop21, edilizia rigenerativa e stop al consumo di suolo, emergenza smog e contrasto ai cambiamenti climatici.

Di seguito il testo della “lettera aperta”.

 

Caro Gentiloni responsabilità e decisioni anche per le emergenze ambientali. Ecco le cinque priorità ambientali da affrontare nei prossimi mesi.

Terremoto –  Legambiente chiede all’Esecutivo il dovere di dimostrare che questo Paese è in grado di gestire un’emergenza senza precedenti in maniera moderna e trasparente. Primo scoglio è chiudere rapidamente la fase emergenziale e su questo è fondamentale che Mibact e Protezione Civile garantiscano tempi rapidi per la messa in sicurezza dei beni culturali, su cui si sta procedendo con lentezza, e del patrimonio abitativo così da poter finalmente passare alla fase successiva, quella della ricostruzione. Gestire lo smaltimento delle macerie attraverso il recupero differenziato e il riutilizzo per usi compatibili in loco, garantire la sicurezza degli edifici da ricostruire attraverso la qualità dei materiali e le migliori tecniche di costruzione, pianificare i controlli del patrimonio edilizio in chiave energetica e statica: sono questi gli obiettivi – urgenti ma sostanziali – da perseguire per una ricostruzione appropriata dei centri colpiti dal terremoto.

Una nuova strategia energetica nazionale per far fronte agli impegni della Cop21 – l’Europa sa che l’Italia non sta facendo nulla per far fronte agli impegni sottoscritti a Parigi con la Cop21. L’Agenzia Europea dell’Ambiente, sulla base delle azioni già adottate e di quelle pianificate, stima che il nostro paese non riuscirà a raggiungere l’obiettivo pre Cop21 di riduzione delle emissioni di CO2 del 38% al 2030 ma, nella migliore delle ipotesi, si fermerà al 23% mancando drammaticamente l’obiettivo post Cop21 del 60%. L’obiettivo al 2020 è stato raggiunto, infatti, principalmente a causa della significativa diminuzione della produzione industriale nel periodo 2009-2014. Aspettiamo con impazienza la Nuova Strategia Energetica già annunciata dal confermato Ministro Calenda al quale ricordiamo che l’unica strada per l’Italia è aumentare il ricorso alle rinnovabili nel mix elettrico, favorendo generazione diffusa e autoproduzione, smettendo di penalizzare le rinnovabili sul fronte degli oneri di rete.

Sostegno all’edilizia rigenerativa e stop al consumo di suolo – All’Esecutivo Legambiente chiede di completare l’ottimo lavoro su bonus fiscale in edilizia, rendendolo stabile e prendendolo come modello efficace per incentivare capacità anche nella produzione industriale. In particolare le scuole italiane possono e devono diventare un grande cantiere di innovazione diffusa, uscendo così da una situazione di arretratezza e insicurezza, di sprechi in bolletta, per restituire alle città e agli studenti spazi sicuri e adatti a una moderna didattica. Di contro occorre approvare al più presto una legge nazionale che blocchi il consumo di suolo e allo stesso tempo è fondamentale che la Commissione Ue approvi una quadro legislativo che tuteli i suoli europea. Per questo Legambiente insieme ad altre 120 organizzazioni europee sta promuovendo People 4 Soil, una Iniziativa dei Cittadini Europei orientata a introdurre una specifica legge a tutela dei suoli in Europea, raccogliendo un milione di firme nel 2016.

Emergenza smog – Spingere il funzionamento del nuovo conto termico informando i cittadini sulla convenienza delle nuove rinnovabili forme di riscaldamento e raffrescamento; spingere per una rivoluzione nei trasporti, accompagnando le misure di rafforzamento del trasporto pubblico e di nuove forme di mobilità (dalle biciclette al car sharing dal trasporto pendolare su ferro alla promozione della mobilità elettrica).

Mutamenti climatici – In Italia sono diverse le ragioni per cui l’adattamento al clima deve diventare una priorità nazionale: l’81,2% dei comuni è in aree a rischio di dissesto idrogeologico, con quasi 6 milioni di persone che vivono in zone a forte rischio idrogeologico. Per Legambiente è fondamentale che si giunga rapidamente all’approvazione del piano nazionale di adattamento al clima, uno strumento che consenta di individuare le aree a maggiore rischio, di rafforzare la sicurezza dei cittadini anche in collaborazione con la Protezione civile, in modo da elaborare progetti di adattamento di fiumi, delle infrastrutture, dei quartieri. Legata ai cambiamenti climatici, c’è poi la questione dei migranti ambientali coloro che sfuggono dalle conseguenze dei mutamenti climatici come desertificazioni, alluvioni, salinizzazione delle terre, siccità. Un tema al centro del Consiglio Europeo di domani. Per l’associazione ambientalista è indispensabile che l’Europa si faccia promotrice presso l’ONU di una revisione della Convenzione di Ginevra perché vengano riconosciuti diritti ai profughi economici e ambientali.

 

In attesa del Natale – Padre Alex Zanotelli
Quale futuro per le aree protette?

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