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L’albero di Natale: ecco come sceglierlo rispettando l’ambiente

Le vacanze di Natale si avvicinano e le vetrine dei negozi sono ormai piene di addobbi e possibili idee regalo. Lalbero di Natale e il presepe nelle case degli italiani, invece, non sono ancora stati realizzati perché, come da migliore tradizione della Penisola, si tratta di un’attività per la quale si attende con pazienza l’8 dicembre. In vista di questo importante appuntamento con l’Avvento, il Pefc Italia (Programme for Endorsement of Forest Certification schemes) fornisce alcuni semplici consigli per rispettare l’ambiente nella scelta dell’albero di Natale, senza tuttavia rinunciare alla magica atmosfera natalizia.

Si tratta di 5 regole così riassunte:

  1. Evitare alberi di plastica. Gli abeti “finti” sono erroneamente considerati i migliori per tutelare il nostro patrimonio boschivo ma in realtà, ricorda uno studio di Coldiretti, i cinque milioni di alberi finti che vengono in media acquistati ogni anno emettono gli stessi gas di sei milioni di chilometri percorsi in macchina. In più, l’abete in casa respira, assorbe anidride carbonica e rilascia ossigeno, ma anche oli essenziali che purificano e aromatizzano la stanza.
  2. Leggere sempre l’etichetta. Sul tagliando che troviamo sull’albero o sul cimale devono essere riportate la provenienza da coltivazioni specializzate, la nazionalità, l’età dell’albero e la destinazione da evitare per il rimboschimento (per evitare mescolanze genetiche e quindi danni alle specie autoctone).
  3. Optare per alberi prodotti da realtà forestali certificate Pefc, riconoscibile dal logo presente in etichetta. Lo schema di certificazione garantisce infatti la massima trasparenza in termini di tracciabilità e rispetto dei nostri territori. Ci sono centinaia di aziende già certificate. Scegliere loro prodotti significa rafforzare un circolo virtuoso e contribuire a modificare le scelte imprenditoriali delle aziende della filiera bosco-legno.
  4. Preferire alberi provenienti dal nostro Paese. Più è vicino il luogo di coltivazione o il bosco dal quale è stato prelevato, meno chilometri farà fino a casa nostra e quindi minore sarà il suo impatto sull’ambiente in termini di emissioni nocive. Rispettare questa regola non è difficile. Gli abeti italiani disponibili sul mercato natalizio derivano per il 90% da coltivazioni specializzate che occupano oltre mille piccole aziende agricole tricolori. Il restante 10% è venduto senza radici (i cosiddetti cimali o punte d’abete) e può derivare da normali pratiche di gestione forestale che prevedono interventi di diradamento indispensabili per far sviluppare meglio le nostre foreste.
  5. Passate le feste, smaltire l’albero in modo corretto. Ma il rimboschimento non è sempre l’opzione più corretta. L’abete rosso (il Picea abies che rappresenta circa l’80% di quelli presenti sul mercato nazionale) è un albero spontaneo solo sull’arco alpino e in alcune aree dell’Appennino Tosco-emiliano. Piantarli in boschi dove già è presente l’abete significa creare problemi di inquinamento genetico, visto che non si conosce l’origine di quelli ripiantati. Meglio quindi piantarlo nel giardino di casa, cioè in ambito urbano, per chi ne ha uno. E se l’albero si è seccato durante le feste, va destinato alla raccolta compostabile per permettere la sua trasformazione in compost che verrà poi usato come fertilizzante per nuove piante.
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