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Expo 2015: il profilo del volontario episodico

Presentata a Milano la ricerca “Un nuovo approccio al volontariato: grandi eventi e partecipazione attiva”, promossa da Ciessevi – Centro di Servizi per il Volontariato Città Metropolitana di Milano [1]e da CSVnet – Coordinamento Nazionale Centri di Servizio per il Volontariato [2], curata dal prof. Maurizio Ambrosini e realizzata da un gruppo di ricercatori delle Università di Verona, Università di Pisa e Università Cattolica del Sacro Cuore.

Il caso-studio è di estremo interesse: il “Programma Volontari per Expo Milano 2015”, un vero grande evento che ha coinvolto la rete dei Centri di servizio per il volontariato e Ciessevi Milano nell’attività di intercettazione, orientamento, matching, motivazione agli aspiranti volontari e di supporto ai volontari selezionati sul sito espositivo.

L’interrogativo che muove la ricerca riguarda il profilo del volontario episodico. Mentre le organizzazioni di volontariato registrano un calo significativo di volontari a lungo termine o stabili, cresce la disponibilità per forme di partecipazione di breve periodo, replicabili secondo scadenze temporali scelte dal soggetto con assoluta libertà, orientate a risultati immediatamente tangibili: è il caso dei grandi eventi culturali e delle manifestazioni sportive. Expo Milano 2015 ha rappresentato l’occasione per sperimentare e comprendere questa nuova frontiera del volontariato. Circa 17.500 candidati, 11.700 colloqui di selezione; 4.975 volontari per il Programma Expo e 822 per il padiglione dell’Unione Europea; 2.376 i volontari che hanno partecipato alla ricerca, pari al 48% del totale che ha prestato servizio.

Il profilo emerso è stato così sintetizzato dal CSVnet: donna, età media 27 anni, italiana, con un livello d’istruzione medio-alto, non partecipa alle “vicende politiche”, ma ha a cuore l’impegno civico per il proprio Paese.

“Restituiamo con orgoglio i risultati di una ricerca che non è semplice esercizio sociologico – affermano Stefano Tabò, presidente CSVnet e Ivan Nissoli, presidente Ciessevi – ma uno strumento concreto, a disposizione dell’intero Terzo settore per capire chi sono i volontari cosiddetti episodici, che l’Istat stima essere 3,1 milioni in Italia e come la loro voglia di impegno civico, pur essendo meno inquadrata, possa essere compresa, rispettata, incontrata, supportata, dalle realtà strutturate che quotidianamente sono in prima linea, nei propri territori, per il bene comune”.

Commenta il professor Maurizio Ambrosini, coordinatore del gruppo di ricercatori: “La ricerca, tra i molti risultati restituiti, evidenzia alcuni elementi utili per capire le strategie di avvicinamento e di mantenimento di nuovi volontari. In particolare emerge che da una parte sì, ci sono nuovi ambiti, rispetto a quelli tradizionali, che intercettano le motivazioni, atteggiamenti e stili di vita del volontario per eventi, ma che lo stesso volontariato episodico non si pone in contrapposizione alle forme di volontariato tradizionale. Anzi, affiancandosi a queste esperienze il volontariato diciamo tradizionale, può allargare l’impegno e la cittadinanza attiva a tante altre persone che non sarebbe così semplice raggiungere e ingaggiare altrimenti”.

Di seguito proponiamo un scheda sintetica, liberamente tratta dall’articolo di Alessia Ciccotti pubblicato il 27 ottobre sul portale del CSVnet. I dati completi della ricerca saranno consultabili tra qualche giorno nel libro “Volontariato post-moderno. Da Expo Milano 2015 alle nuove forme di impegno sociale“, edizioni Franco Angeli, a cura di Maurizio Ambrosini. Nel frattempo consigliamo la lettura dell’abstract disponibile in calce alla pagina web [3].

Lo studio ha incontrato e analizzato ex ante, ex maentre, ex post 2.376 volontari Expo, il 48% del totale dei 5.797 candidati che hanno effettivamente prestato servizio sul sito espositivo (4.975 del Programma Volontari Expo e 822 del Programma Volontari Padiglione Unione Europea), riportando dati utili per approfondire il fenomeno del volontariato episodico e la sua collocazione nello scacchiere tradizionale dell’impegno civico.
Il profilo tipo è donna, esattamente il 66% del totale, con un’età media pari a 27 anni e mezzo. Spiccano i risiedenti al Nord (72,6%). Il loro livello di istruzione è medio-alto, infatti la percentuale dei diplomati e laureati è pari al 91,5%. Oltre il 60% dei volontari è studente.
Per quanto riguarda l’analisi della collocazione politica del campione possiamo notare che il 19% dei volontari si dispone nel centro sinistra, il 10% nella sinistra e l’8,5% nel centro destra. Il dato più interessante è però che più della metà dei volontari non ha fornito una risposta a tale domanda. Infatti il 46% ha espresso un atteggiamento non partecipativo nei confronti della politica, solo il 2,5% si considera politicamente impegnato e il 25,5% si tiene al corrente e vorrebbe poter dare un suo contributo positivo per migliorarla. A ciò si aggiunge un 22% di volontari che dichiara di avere un atteggiamento politico di forte distacco e si colloca o nella categoria “Non la seguo, non mi interessa” (12%) o nella categoria “Mi disgusta” (10%).
Per quanto riguarda invece il tasso di religiosità dei volontari Expo, il 38% pratica saltuariamente, per esempio solo in occasioni particolari o per le feste comandate, mentre il 22% dichiara di non essere credente ma di partecipare per vicinanza umana a riti religiosi come funerali e matrimoni.
I risultati dello studio mostrano, inoltre, che i volontari Expo si dichiarano molto soddisfatti dell’esperienza avuta, un’esperienza che ha risposto alle loro aspettative in misura elevata. La stragrande maggioranza, il 98%, la consiglierebbe ad amici o a parenti. I newcomers (i debuttanti nel mondo del Volontariato) si mostrano più soddisfatti rispetto agli experienced (chi ha già esperienza). Nell’insieme il 96,5%, dichiara di voler fare volontariato in futuro e il 91,3% ipotizza che entro un anno dopo Expo avrà vissuto un’altra esperienza in un qualche servizio volontario. Tra i volontari che hanno espresso l’intenzione di fare volontariato in futuro, il 64,4% dichiara di volerlo svolgere soprattutto nella forma episodica (soprattutto i newcomers).
Una successiva fase di rilevazione del gradimento dell’esperienza (Follow-up) ha riconfermato il grado di soddisfazione soprattutto “per aver potuto partecipare a un grande evento”. Un dato che sottolinea quanto sia stata trascinante questa motivazione in particolare. Il 25,3% dichiara di aver inviato la domanda per partecipare a un altro evento nel ruolo di volontario, mentre il 16,9% di aver già partecipato come volontario in uno o più eventi. Quindi oltre un quarto si è concretamente mosso per realizzare l’intenzione espressa in precedenza.

Insomma, come funziona il Bonus Cultura per i diciottenni? [4]
La povertà in Italia nel 2015 [5]