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Investire in infrastrutture per salvare milioni di pedoni

Ogni anno sulle strade muoiono 1,3 milioni di persone, di cui circa la metà sono pedoni, ciclisti e motociclisti. I posti più pericolosi al mondo per andare a piedi o in bici risultano essere quattro Paesi africani. In Malawi, infatti, il 66% delle vittime della strada sono pedoni o ciclisti, in Kenya il 61%, in Sudafrica il 53%, in Zambia il 49%. A rilevarlo è il “Global Outlook on Walking and Cycling 2016″, ossia il Rapporto globale sul camminare e andare in bici, delle Nazioni Unite. 

Dal rapporto si legge che i trasporti a motore sono responsabili di un quarto delle emissioni globali di anidride carbonica, principale gas serra, e sono il settore le cui emissioni crescono maggiormente. Se non si prenderanno provvedimenti, nel 2050 i veicoli a motore scaricheranno nell’atmosfera un terzo della Co2 complessiva.

Proprio in virtù di tali dati allarmanti l’Agenzia dell’Onu per l’ambiente (UNEP) [1]invita i Paesi a investire almeno il 20% dei loro bilanci per i trasporti nelle infrastrutture ciclistiche e per i pedoni per salvare vite umane e ridurre l’inquinamento e le emissioni di carbonio, che sono in aumento di oltre il 10% all’anno.

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