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Non stupitevi se qualcuno, con una certa ansia, dovesse fermarvi durante la passeggiata quotidiana chiedendovi dove si trovi l’access point più vicino (zona di collegamento wi-fi), potrebbe dover controllare una e-mail (e fin qui ci siamo) importante, o magari solo inviare delle emoij (le faccine sorridenti, tristi, perplesse) oppure, e non lo auguriamo a nessuno, verificare chi ha trollato (inviato frasi offensive in una comunità digitale). Non stupitevi perché la nuova edizione del noto dizionario Zingarelli riporta questi termini, ormai entrati nelle abitudini linguistiche di tanti. Come infatti hanno più volte spiegato eminenti linguisti, perché un termine abbia l’onore di essere accettato nell’olimpo dei grandi, deve prima essere sottoposto a una prova di costanza. Vale a dire, resiste nel tempo o è solo una moda passeggera? Piaccia o meno, il linguaggio si arricchisce di nuovi termini e rispecchia in qualche modo l’inevitabile cambiamento del modo in cui parliamo. I dizionari sono tenuti a star dietro a questo processo, il che – a dire il vero – tutto sommato ne giustifica anche l’acquisto. E in ogni caso è pur vero in parte che la maniera in cui parliamo è di riflesso ciò che siamo.
Nella nuova edizione Zingarelli troveremo tutti gli anglicismi sopra indicati, 250 neologismi lessicali e 750 nuovi significati. Ma le novità non riguardano solo lo sconfinato mondo del web, anche i politici fanno la loro parte. Troverete naturalmente stepchild adoption (letteralmente è l’adozione del figliastro), antieuropeismo e antieuro. Come, per meglio esprimere o circoscrivere fattori legati all’identità, potremo usare disidentità (perdita della consapevolezza della propria identità culturale) e identitarismo (rivendicazione delle proprie radici). Nulla di così strano se pensiamo ai cambiamenti repentini che si stanno verificando in seno alla nostra società. Fa il suo debutto anche jihad e forse ci saremmo stupiti del contrario.
Un capitolo a parte meritano i nuovi termini che hanno a che fare con i costumi: allora ecco pitonato, sembra che molta gente usi il termine in riferimento a borse e stivali, e poi diamo il benvenuto alla vigoressia che serve a indicare chi è vittima di un’ossessione per la propria forma fisica. I neologismi, invece, o lasciano perplessi o divertono moltissimo: se avete intenzione di cuocere o riscaldare un alimento nel forno a microonde da oggi potrete tranquillamente dire microondabile. A dire il vero suona un po’ cacofonico ma non possiamo dire che esistano in assoluto termini belli o brutti, resta una questione soggettiva. Potrà non piacere agli altri, ma al massimo verrete giudicati sostenitori di originalismo (atteggiamento di chi vuole mostrarsi stravagante).
Probabilmente qualcuno se lo starà domandando: no, petaloso non ha superato l’esame.
Sono nata a Pescara il 20 aprile del 1983, dove tuttora vivo. Ho una formazione di tipo sociale e dopo il titolo di “Tecnico dei Servizi Sociali”, ho approfondito le mie conoscenze fino a divenire “Esperto di Comunità”. Questo mi ha permesso di avere alcune interessanti esperienze presso Cooperative e Associazioni entrando così in contatto diretto con l’anima delle persone e consolidando la mia natura empatica. Sono estroversa, creativa, curiosa e passionale, credo nei progetti e nella passione che alimentano il gusto delle nuove sfide. Amo leggere, viaggiare, passeggiare in montagna e ascoltare buona musica.
La mia più grande passione è la scrittura. Come freelance ho avuto l’opportunità di scrivere per alcuni giornali del web e della carta stampata e, in seguito a un corso di “scrittura professionale”, ho avuto modo di approfondire gli aspetti più tecnici del mestiere. Grazie ad uno stage presso la Social Hub scarl ho avuto l’opportunità di esprimere al meglio la mia grande voglia di interagire con il mondo attraverso il portale “Felicità Pubblica”.
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