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I Giochi olimpici sono iniziati ormai da qualche giorno. Ho guardato in televisione la cerimonia di inaugurazione e, come tutti, ho letto qualche commento. C’è stato chi l’ha giudicata non all’altezza di quella di Londra o di Pechino; chi, al contrario, nonostante i tagli del budget, l’ha definita una festa “bella e spettacolare”. Indiscutibile la suggestione di alcuni passaggi; “politicamente corretti” ma poco credibili i riferimenti alla sostenibilità ambientale; inaccettabili i fischi all’indirizzo delle delegazioni dell’Argentina, del Cile, della Germania. Ma a ben riflettere questa cerimonia è stata lo specchio fedele delle odierne contraddizioni del Paese.
Tra queste non possiamo dimenticare l’eccessivo uso della forza da parte della polizia, le restrizioni dei diritti alla libertà di espressione, le indiscriminate operazioni di sicurezza pubblica nelle favelas. Mentre l’attenzione del mondo si concentra sugli eventi atletici non possiamo fare a meno di guardare l’altra faccia della medaglia fatta di violenza e repressione. Per questo proponiamo ai nostri lettori l’appello e la petizione di Amnesty International.
Ogni anno in Brasile sono 30.000 i giovani uccisi. Nel 77% dei casi sono giovani neri.
Già denunciato in occasione dei mondiali, il massacro di giovani brasiliani non si arresta. Una situazione che è peggiorata a seguito dalla crisi politica che ha investito il Paese con la sospensione del presidente Dilma Rousseff e la nomina di Alexandre de Moraes, già capo della polizia nello stato di San Paolo e principale responsabile della repressione delle proteste studentesche e sociali, a capo del Ministero della Giustizia.
Vogliamo che le Olimpiadi di Rio 2016 si svolgano regolarmente e per questo chiediamo alla Commissione per la Sicurezza di Rio 2016, responsabile di tutte le operazioni di sicurezza nell’ambito delle Olimpiadi, di fermare questo massacro.
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Il testo dell’appello
Egregi membri e rappresentanti della Commissione di Sicurezza delle Olimpiadi di Rio 2016, ci rivolgiamo a voi per chiedere che:
Sono nato a Pescara il 18 settembre 1955 e vivo a Francavilla al Mare con mia moglie Francesca e i miei figli Camilla e Claudio. Ho una formazione umanistica, acquisita frequentando prima il Liceo Classico G.B. Vico di Chieti e poi l’Università di Padova, dove mi sono laureato in Filosofia con Umberto Curi. Il primo lavoro è stato nella cooperazione: un’esperienza che ha segnato il mio futuro. Lì ho imparato a tenere insieme idealità e imprenditorialità, impegno individuale e dimensione collettiva, profitto e responsabilità. Negli anni seguenti ho diretto un’agenzia di sviluppo locale e promozione imprenditoriale, sono stato dirigente in un ente locale, ho lavorato come consulente anche per importanti aziende globali. Oggi sono presidente di una start up cooperativa: evidentemente i grandi amori tornano di prepotenza, quando meno te lo aspetti. Nel lavoro mi piace condividere progetti, costruire percorsi inediti, fare squadra, veder crescere giovani professionalità. Amo leggere e ascoltare musica, camminare in montagna e, appena possibile, intraprendere un nuovo viaggio.
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