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Gli occhiali magici che raccontano storie ai bimbi disabili

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Grazie a degli “occhiali magici” i bambini con disabilità intellettiva potranno immergersi nelle storie raccontate dai terapisti durante la riabilitazione e vivere esperienze nuove e appassionanti nella realtà virtuale, che stimolano la curiosità e l’attenzione e che permettono di migliorare le loro capacità. Si tratta del progetto “Wildcard”, sviluppato dal gruppo I3Lab – Innovative Interactive Interfaces presso il Laboratorio Hoc del dipartimento di Elettronica, informazione e bioingegneria del Politecnico di Milano, che prevede l’impiego della tecnologia di realtà virtuale immersiva indossabile come strumento di supporto terapeutico.

Wildcard si compone di diversi strumenti: un visore indossabile, il visore Google Cardboard, un’app per smartphone inserita nel visore, un proiettore e un’applicazione web. I contenuti offerti dall’applicazione per smartphone vengono proiettati nel visore, che li percepisce come spazi 3D esplorabili direzionando lo sguardo.

Ma come funzionano questi “occhiali ‘magici”? Essi si basano sul principio della stereoscopia e utilizzano due lenti biconvesse. Sullo schermo dello smartphone compaiono due scene relativamente sfasate a ogni occhio, ma che il cervello di chi le guarda percepisce come immagine unica e tridimensionale. Non solo i movimenti della testa direzionano l’esplorazione dell’ambiente, ma possibili oggetti si attivano se ci si focalizza a lungo con lo sguardo, tramite un pallino giallo. Il proiettore esterno permette ai terapisti di monitorare tutto quello che i bimbi stanno scrutando. Infine, l’applicazione web serve a raccogliere i dati concernenti l’interazione del piccolo paziente e attraverso cui il terapista può comprenderne i livelli di attenzione e apprendimento, così come può intervenire nella storia rappresentata, modificandola e adattandola ai bisogni di ogni bambino.

Il sistema è stato testato per un trimestre, presso L’Abilità Onlus, centro specializzato nella riabilitazione di bambini con disabilità cognitive, su 11 piccoli pazienti di età compresa fra i 6 e 10 anni con diverse disabilità intellettive come autismo, ritardo psicomotorio, sindrome di Down, e differenti livelli di gravità. Ogni bimbo è stato sottoposto a dieci sessioni di Wildcard, dopo aver familiarizzato con maschere di cartone, realizzate dai terapisti, simulanti il visore da indossare.

I risultati di tale test sono stati sorprendenti in quanto è stato visibile non solo l’incremento dei livelli di attenzione in ogni piccolo paziente, ma sono stati identificati anche dei modelli nell’andamento dei livelli di attenzione che sono specifici per le diverse forme di disabilità, rendendo pertanto Wildcard un possibile strumento diagnostico molto efficace. Infine, è stato evitato qualunque eventuale rischio di una estraniazione dal mondo reale attraverso il continuo stimolo verbale dei terapisti durante la sessione e la combinazione dell’utilizzo degli “occhiali magici” con attività di storytelling usando libri tradizionali.

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