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Più volte abbiamo affrontato il tema dei beni comuni, considerandolo parte integrante della riflessione sui partenariati pubblico-privati. Oggi vorremmo soffermarci sull’esperienza del progetto #BeniComunInUnione che coinvolge l’Unione Savena Idice e interessa i Comuni di Monterenzio, Pianoro, Monghidoro, Ozzano dell’Emilia e Loiano. Per la conoscenza di questa esperienza siamo debitori al prezioso lavoro di approfondimento su queste tematiche portato avanti dal portale www.labsus.org. In particolare il progetto trae origine da un bando della Regione Emilia Romagna sulla partecipazione e intende promuovere “un’amministrazione condivisa, nella quale soggetti pubblici e privati, amministrazione comunale e cittadini, siano coinvolti nella gestione e preservazione dei beni comuni”.
La prima fase è stata avviata a novembre 2015 con i lavori di un gruppo di progetto intercomunale. Attraverso laboratori e seminari gli uffici dei cinque comuni del bolognese si sono misurati sui temi dei beni comuni, della cittadinanza attiva e della sussidiarietà orizzontale. La seconda fase ha riguardato la costituzione di un Tavolo di negoziazione dove si sono consultate le realtà attive del territorio. Sono stati promossi momenti di dibattito (World Café) aperti all’intera comunità. Successivamente “Tavolo di negoziazione e gruppo di progetto hanno confrontato idee, proposte e soluzioni nella Consensus Conference: i funzionari comunali hanno, così, valutato la fattibilità dei progetti presentati dalle formazioni cittadine”.
L’esito finale è consistito nell’elaborazione da parte del gruppo di progetto e del tavolo di negoziazione del “Documento di proposta partecipata”, che contiene linee guida condivise finalizzate a promuovere la massima partecipazione negli interventi che riguardano i beni comuni. Il testo così formulato ha lo scopo di orientare l’azione dei Consigli dei cinque Comuni interessati nella gestione di forme collaborative tra cittadini, associazioni e amministrazioni per la cura e la manutenzione dei beni pubblici nel territorio.
Di seguito proponiamo ai lettori di Felicità Pubblica il testo delle citate linee guida. Per rendere più scorrevole la lettura ci siamo permessi di apportare alcuni tagli che, tuttavia, non incidono sul senso complessivo del documento. L’interesse del documento, a nostro avviso, consiste da un lato nelle limitate dimensioni degli enti e delle comunità interessate e dall’altro dalle tipologie di beni comuni presi in esame. Infatti in questa sede interessa segnalare che il tema dei beni comuni può essere declinato in ragione delle caratteristiche dei territori interessati e non è affatto appannaggio di enti di grandi dimensioni. Al contrario i fattori di successo di una strategia di gestione dei beni comuni consistono nella cittadinanza attiva, nella capacità di mobilitare risorse e competenze della comunità, nella volontà dell’amministrazione di svolgere un’attenta funzione di stimolo e di regolamentazione.
LINEE GUIDA CONDIVISE sulla collaborazione tra cittadini, associazioni e amministrazioni per la cura e la manutenzione dei beni comuni nel territorio dell’Unione dei Comuni Savena-Idice
Le “Linee Guida condivise” sono il risultato del lavoro svolto dal Tavolo di Negoziazione – strumento previsto dal bando regionale per garantire la massima inclusività delle realtà organizzate – con il contributo del gruppo di progetto intercomunale, organismo previsto dal percorso partecipativo e composto da alcuni referenti tecnici e politici dei 5 Comuni che fanno parte dell’Unione dei Comuni Savena-Idice.
Al Tavolo di Negoziazione hanno aderito 53 organizzazioni, di cui 41 hanno preso parte almeno ad un incontro con uno o due referenti, e 13 non hanno mai partecipato alle attività del Tavolo pur avendo inviato iscrizione formale. Le realtà organizzate che hanno partecipato attivamente sono elencate in appendice: si tratta di associazioni provinciali e locali (in netta prevalenza), gruppi informali, comitati, gruppi e/o movimenti politici, ordini professionali, consiglieri e assessori comunali. Il Tavolo di Negoziazione si è incontrato 4 volte da solo e una volta con il gruppo di progetto; grazie all’aiuto di facilitatrici esperte, ha approfondito e preso in esame diverse tematiche, su alcune delle quali nella prima fase del percorso si è confrontato ed espresso anche il gruppo di progetto.
L’ampio coinvolgimento del gruppo di progetto (la cui composizione si trova nell’allegato 4) è stato invece fondamentale all’approfondimento delle motivazioni che hanno generato il percorso partecipativo, al confronto e studio di specifiche questioni tecniche e giuridiche strettamente connesse all’effettiva possibilità da parte dei Comuni e dell’Unione dei Comuni di favorire la collaborazione tra cittadini singoli, associazioni e amministrazioni nella cura dei beni comuni (si rimanda alla lettura dell’Allegato 1 per l’approfondimento della tematica da parte del Gruppo di progetto).
Le linee guida contengono:
Nello specifico, le Linee Guida sono suddivise in TRE SEZIONI (in ciascuna delle quali vengono specificate PRIORITÀ, PROPOSTE E INDICAZIONI GRUPPO DI PROGETTO CONDIVISE DAL TAVOLO DI NEGOZIAZIONE) su:
SEZIONE I – PRIORITÀ, PROPOSTE E INDICAZIONI per facilitare la collaborazione tra cittadini singoli, associazioni e amministrazioni nella cura dei beni comuni, con o senza l’adozione di un regolamento comunale come quello di Monterenzio
Il Tavolo di Negoziazione non ritiene che la diffusione del Regolamento di Monterenzio negli altri Comuni dell’Unione sia l’unico modo per facilitare la collaborazione tra cittadini singoli, associazioni e Amministrazioni nella cura dei Beni Comuni. Il Regolamento è un dispositivo che ha la sua utilità – soprattutto se adottato in maniera omogenea in tutto il territorio dell’Unione – ma è da integrare agli strumenti già utilizzati dalle associazioni, strumenti che necessitano anch’essi di “facilitazioni” e semplificazioni.
Il Gruppo di Progetto intercomunale ha invece sostanzialmente condiviso l’opportunità di adottare e attuare in maniera coordinata il Regolamento di Monterenzio, con alcune “correzioni” e precisazioni per le quali si rimanda la lettura dell’Allegato 1.
La riflessione del TdN sul Regolamento di Monterenzio e sulle tematiche a esso connesse (patti di collaborazione, volontariato singolo) ha comunque portato alla definizione di alcune priorità e proposte condivise sul Regolamento, elencate di seguito.
DEFINIZIONE POLITICA E TERRITORIALE DEL “BENE COMUNE
Priorità: Chiarezza rispetto al Bene Comune sul quale il Comune intende facilitare la collaborazione di cittadini e associazioni nel proprio contesto territoriale.
Proposta:
IMPEGNO A NON INCENTIVARE LA DISMISSIONE DI SERVIZI
Priorità: impegno da parte di ogni amministrazione a non incentivare la dismissione di servizi di interesse generale. Spesso alcuni servizi di interesse generale vengono svolti in convenzione da associazioni o cooperative sociali che hanno costi più contenuti delle aziende private; ricorrendo al volontariato singolo, in sostituzione delle convenzioni, si rischia di indebolire il tessuto associativo che tanto è importante per il nostro territorio.
Proposte:
DEFINIZIONE DI PROCEDURE SEMPLIFICATE PER FACILITARE ASSOCIAZIONI E VOLONTARI SINGOLI Priorità:
Proposte:
ATTIVAZIONE DI NUOVI STRUMENTI DI COORDINAMENTO NEL TERRITORIO DELL’UNIONE
Priorità:
Proposte:
SEZIONE II – PRIORITÀ, PROPOSTE E INDICAZIONI per facilitare la collaborazione tra cittadini singoli e amministrazioni nella cura dei beni comuni, attraverso il baratto amministrativo
La quasi totalità del Tavolo di Negoziazione è d’accordo nel ritenere che il volontariato debba essere svolto in modo del tutto gratuito, senza alcuna agevolazioni tributaria in cambio. In questo senso il baratto amministrativo è uno strumento ben distinto dal volontariato e dall’associazionismo, perché si rivolge principalmente ad aiutare i cittadini in difficoltà economica (non necessariamente con debiti pregressi). Alcuni partecipanti ritengono che sia negativo e sconsigliabile che un’amministrazione incentivi il volontariato con riduzioni sui tributi locali.
Alcuni componenti del Tavolo di Negoziazione (un’associazione e alcuni consiglieri comunali) ritengono tuttavia che il Regolamento del Comune di Massarosa per i cittadini attivi (nel quale è previsto un albo dei cittadini attivi e una riduzione sui tributi per i cittadini attivi) sia un valido strumento con il quale i Comuni possono realmente misurare e sperimentare sia la attivazione di agevolazioni fiscali sia forme di collaborazione con i cittadini volontari singoli.
Sull’argomento sono emerse le seguenti priorità e proposte condivise.
DEFINIZIONE DI BARATTO AMMINISTRATIVO COME FACILITAZIONE PER I CITTADINI A BASSO REDDITO Priorità:
Proposte:
SEZIONE III – PRIORITÀ, PROPOSTE E INDICAZIONI per garantire la cura dei sentieri alla luce della nuova legge regionale n.14/2013
La manutenzione (ordinaria e straordinaria) e la promozione dei sentieri sono disciplinate dalla nuova legge regionale n.14/2013 che introduce la cosiddetta REER (Rete Escursionistica Emilia Romagna). Il Tavolo di Negoziazione, essendo composto anche da realtà territoriali che si occupano della manutenzione e promozione dei sentieri, ha espresso una forte esigenza di definire priorità e proposte per garantire la cura dei sentieri, considerati tra i beni comuni più rilevanti del territorio dell’Unione dei Comuni.
Il tema della cura dei sentieri è stato affrontato principalmente da una parte del Tavolo di Negoziazione: alla rilettura delle Linee Guida condivise, il resto del Tavolo non ha espresso particolari obiezioni ad eccezione di un componente del TdN (Giulia Naldi, Assessore del Comune di Loiano). Le proposte da lei non condivise sono identificate con asterisco *.
IDENTIFICAZIONE DEI PERCORSI FRUIBILI DAI MEZZI MOTORIZZATI
Priorità:
Proposte:
INCLUSIONE NELLA RETE ESCURSIONISTICA EMILIA ROMAGNA DI VECCHI E NUOVI SENTIERI
Priorità:
Proposte:
* Proposte non condivise da un componente del Tavolo di Negoziazione (Giulia Naldi, Assessore del Comune di Loiano): l’inserimento dei sentieri nella REER deve avvenire previa verifica da parte della Consulta territoriale.
Sono nato a Pescara il 18 settembre 1955 e vivo a Francavilla al Mare con mia moglie Francesca e i miei figli Camilla e Claudio. Ho una formazione umanistica, acquisita frequentando prima il Liceo Classico G.B. Vico di Chieti e poi l’Università di Padova, dove mi sono laureato in Filosofia con Umberto Curi. Il primo lavoro è stato nella cooperazione: un’esperienza che ha segnato il mio futuro. Lì ho imparato a tenere insieme idealità e imprenditorialità, impegno individuale e dimensione collettiva, profitto e responsabilità. Negli anni seguenti ho diretto un’agenzia di sviluppo locale e promozione imprenditoriale, sono stato dirigente in un ente locale, ho lavorato come consulente anche per importanti aziende globali. Oggi sono presidente di una start up cooperativa: evidentemente i grandi amori tornano di prepotenza, quando meno te lo aspetti. Nel lavoro mi piace condividere progetti, costruire percorsi inediti, fare squadra, veder crescere giovani professionalità. Amo leggere e ascoltare musica, camminare in montagna e, appena possibile, intraprendere un nuovo viaggio.
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