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Oggi in tutto il mondo si celebra la Giornata mondiale dell’ambiente, in occasione della quale il Wwf ha reso noto come il bracconaggio, insieme a tutte le appropriazioni illegali di risorse naturali, ammontino a un fatturato annuo di ben 213 miliardi di dollari rappresentando il quarto mercato criminale al mondo.
Questo è quanto riportato nel rapporto annuale “World Wildlife Crime Report” stilato dall’ufficio UNODC (Ufficio Drugs and Crime delle Nazioni Unite), che prende in analisi i dati che fanno riferimento ai crimini di natura. Questi ultimi, non solo portano a un’inevitabile estinzione di specie ormai rarissime ma minacciano anche la salvaguardia della biodiversità. Senza contare l’impatto economico negativo sui Paesi in difficoltà.
Il bracconaggio è una vera e propria piaga e, come spiega il Wwf , “ha raggiunto un livello di attenzione talmente elevato da avere targets dedicati nell’importante Agenda 2030 con gli obiettivi di sviluppo sostenibile approvati da tutti i paesi del mondo lo scorso anno all’Assemblea generale delle Nazioni Unite”.
Stando al rapporto UNODC sarebbero addirittura 7000 le specie animali e vegetali oggetto di crimini la cui uccisione e poi trasformazione in laboratorio andrebbe ad alimentare il mercato della moda, del cibo, dell’arredamento e della farmacologia tradizionale. L’Ufficio ONODC, con dati alla mano, dice che siamo “tutti siamo potenzialmente complici del bracconaggio e tutti abbiamo la responsabilità di agire, anche attraverso la diffusione della consapevolezza, dell’informazione e delle pratiche di un consumo responsabile. Purtroppo anche in Italia la piaga del bracconaggio fa strage di animali protetti. Milioni di uccelli ogni anno vengono uccisi da doppiette, trappole e reti”.
Per il nostro Paese il Wwf chiede un piano nazionale che serva a ostacolare la cattura, l’uccisione e l’importazione delle specie selvatiche, intervenendo per frenare l’uccisione continua di uccelli e il dilagante fenomeno della strage dei lupi. Questa azione non va esercitata semplicemente impedendo l’uso di armi da fuoco ma anche vietando l’uso di trappole e veleni.
Affinché il piano d’azione possa risultare valido, serve un buon coordinamento tra le forze dell’Ordine e sanzioni più severe per i reati contro la fauna selvatica.
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