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È in corso da tempo il negoziato tra i Paesi europei relativo alla nuova Direttiva sui limiti di emissione nazionali (NEC). Tra qualche giorno i Ministri dell’Ambiente si incontreranno per giungere a una conclusione. Si fronteggiano due tesi: alcuni Paesi – e tra questi l’Italia, la Gran Bretagna, la Spagna, la Polonia – chiedono di rivedere al ribasso la proposta presentata dall’Unione Europea.
Sulla posizione fin qui assunta dal nostro Paese pesano due procedure di infrazione per le reiterate violazioni nei limiti per il PM10 e il biossido di azoto. Ma l’orientamento del Governo allarma le Associazioni ambientaliste, le organizzazioni del mondo sanitario e dell’agricoltura che, con una lettera aperta, chiedono al Presidente del Consiglio e ai Ministri competenti di riconsiderare quanto fin qui sostenuto e di accettare gli obiettivi “sfidanti” proposti dall’Europa. Non si tratta di una questione irrilevante: l’elevato livello di inquinamento atmosferico, particolarmente preoccupante nelle aree urbane, determina “un numero inaccettabile di morti premature”, numerose e gravi patologie, danni ai monumenti, pesanti costi sanitari.
Di seguito il testo integrale della lettera.
Al Presidente del Consiglio dei Ministri, Al Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, Al Ministro della Salute, Al Ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, Al Ministro dello Sviluppo Economico, Al Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Al Rappresentante Permanente Aggiunto Ambasciatore presso il Coreper I
Milano-Roma, 24 maggio 2016
DIRETTIVA NEC e POLITICHE URBANE
Egregio Presidente del Consiglio, Egregi Ministri,
il problema dell’inquinamento atmosferico che affligge molte città italiane rappresenta per i sindaci un tema di importanza primaria. Per questo motivo le città, con loro i sindaci, si impegnano al fine di ottenere il rispetto dei limiti indicati dalla Direttiva sulla Qualità dell’Aria Ambiente (2008/50/EC), in particolare adottando misure locali che riducano l’esposizione della popolazione agli inquinanti dell’aria nelle aree urbane. L’esposizione agli inquinanti atmosferici porta con sé, oltre a un numero inaccettabile di morti premature all’anno a livello nazionale (35.000), nascite premature e sottopeso, danni cognitivi per i bambini, asma, tumori, allergie, patologie respiratorie, infarti, ictus, diabete, demenza precoce. Oltre a danni ai monumenti e al costo collegato al solo danno sanitario che è di circa il 5% del nostro PIL, la cattiva qualità dell’aria in Italia è causa di circa 14 milioni di giorni di lavoro persi all’anno.
In questo contesto, tuttavia, nella consapevolezza che le misure locali sono molto rilevanti ma non sufficienti, emerge l’importanza cruciale dell’impegno, da parte del Governo, di riduzione delle emissioni a livello nazionale e, in particolare, di quelle emissioni di larga scala che, interagendo con gli inquinanti prodotti localmente nelle città, sono capaci di peggiorare molto la qualità dell’aria che respirano gli abitanti delle aree urbane.
Proprio a questo riguardo Vi scriviamo sapendo che in queste settimane il Governo è impegnato in una trattativa europea di grande rilevanza per i prossimi decenni, riguardante la revisione della Direttiva sui limiti nazionali di emissione (NEC), uno dei principali strumenti in Europa nella lotta contro l’inquinamento atmosferico. Oggi, l’Unione Europea sta cercando di individuare nuovi limiti per il 2020, il 2025 e il 2030 per gli inquinanti più pericolosi per la salute e l’ambiente: le polveri sottili (PM2.5) e gli ossidi di azoto (NOx), l’anidride solforosa (SO2), i composti organici volatili (VOC), e infine, ma non di minore importanza, l’ammoniaca (NH3) e il metano (CH4).
Sappiamo anche che l’Italia sta opponendo al programma di riduzione delle emissioni proposto dalla Commissione e dal Parlamento europeo la richiesta di ridurre in maniera drastica il livello di ambizione nazionale e quindi l’efficacia della Direttiva per il nostro paese, ostacolando altresì nei fatti il raggiungimento di un accordo a livello Europeo. L’Italia chiede in questi giorni di ridurre addirittura dell’8% l’obiettivo nazionale di contenimento dei livelli di ammoniaca (ovvero del 14% invece del 22% entro il 2030), del 14% l’obiettivo di contenimento dei livelli per il particolato (PM 2.5) (ovvero del 40% invece del 54% entro il 2030) e di escludere a titolo definitivo dalla direttiva il metano, un inquinante precursore dell’ozono che affligge tante città dell’area padana, ma non solo, nel periodo caldo.
Senza obiettivi ambiziosi a livello nazionale, orientati innanzitutto a ridurre nel più breve termine il gravissimo danno sanitario derivante dall’inquinamento atmosferico, le città italiane non saranno in grado di ottenere una qualità dell’aria accettabile per i loro cittadini.
Calcoli basati sui dati di valutazione di impatto della Commissione Europea dimostrano che la differenza tra le posizioni in sede Europea di Commissione/Parlamento, da un lato, e del Governo italiano dall’altro si tradurrebbe in circa 15.000 morti premature aggiuntive nel nostro paese al 2030. Morti che, in grandissima proporzione, saranno riconducibili alle aree urbane.
Più di 3000 di queste morti aggiuntive sono legate, per esempio, all’indebolimento degli obiettivi di riduzione dei limiti per l’ammoniaca, rilasciata per più del 95% dal settore agricolo. In particolare i dati indicano che il 95% delle emissioni di ammoniaca di origine animale, che a loro volta rappresentano il 70% delle emissioni di ammoniaca a livello nazionale, provengono da una quota pari al 5% delle aziende agricole.
È chiaro dunque, in questo settore, che pochi soggetti hanno la capacità di contribuire molto alla qualità dell’aria a livello nazionale ed è importante che siano coinvolti nello sforzo.
L’attuale posizione del Governo italiano si concretizza, al contrario, in una scelta che Vi chiediamo di modificare e che manda un segnale inappropriato, riducendosi nell’aperta protezione di settori che dovrebbero invece condividere lo sforzo, taluni dei quali oggi addirittura esclusi da ogni regolamentazione per le emissioni, a scapito della salute dei cittadini.
Non solo, politicamente, la posizione italiana rafforza e sostiene quella di altri paesi europei come Francia, Gran Bretagna, Spagna e Polonia che chiedono la revisione al ribasso degli obiettivi nazionali. Così facendo il Governo infligge agli italiani un doppio danno: a quello derivante dalle emissioni emesse sul proprio territorio si aggiunge infatti quello delle emissioni prodotte negli stati confinanti, come la Francia, che pure hanno un impatto sulla nostra salute.
Signor Presidente del Consiglio, Signori Ministri, Vi chiediamo oggi di modificare la posizione del Governo condividendo le richieste formulate dalla Commissione e dal Parlamento Europeo. In particolare Vi chiediamo di ritornare agli obiettivi di riduzione più ambiziosi dell’Annex II della Direttiva, ponendo limiti al 2025, evitando meccanismi di flessibilità che renderebbero la normativa difficilmente applicabile e reintroducendo il metano fra gli inquinanti regolamentati.
Perché, anche a fronte delle due procedure di infrazione europee pendenti per violazione dei limiti della qualità dell’aria, l’Italia dimostri impegno, senso di responsabilità istituzionale, rispetto delle leggi e dia la precedenza alla salute dei cittadini.
Distinti saluti,
Cittadini per l’Aria Onlus, Agenzia Nazionale per la Prevenzione, Associazione per la difesa dei consumatori – Altroconsumo, A.M.I.C.A Associazione Malattie da Intossicazione Cronica e Ambientale, Associazione Italiana Pazienti Bpco Onlus, Associazione Ambiente Venezia, Associazione Medici per l’Ambiente Isde Italia, Associazione per l’Agricoltura Biodinamica, Circolo Ambiente Scienza, Cyclopride Italia Aps, Comitato No Grandi Navi Laguna Bene Comune, IRCS Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri, Federazione Italiana Agricoltura Biologica e Biodinamica – Federbio, Federazione Italiana Amici della Bicicletta Onlus, Fondazione Imation Onlus, Gruppo Italiano Amici della Natura, Greenpeace Italia, Legambiente Onlus, Lipu Onlus, Medicina Democratica Onlus, Peacelink, Società Italiana di Pneumologia/Italian Respiratory Society (SIP/IRS), Spezia via dal Carbone, WWF Italia Onlus.
Sono nato a Pescara il 18 settembre 1955 e vivo a Francavilla al Mare con mia moglie Francesca e i miei figli Camilla e Claudio. Ho una formazione umanistica, acquisita frequentando prima il Liceo Classico G.B. Vico di Chieti e poi l’Università di Padova, dove mi sono laureato in Filosofia con Umberto Curi. Il primo lavoro è stato nella cooperazione: un’esperienza che ha segnato il mio futuro. Lì ho imparato a tenere insieme idealità e imprenditorialità, impegno individuale e dimensione collettiva, profitto e responsabilità. Negli anni seguenti ho diretto un’agenzia di sviluppo locale e promozione imprenditoriale, sono stato dirigente in un ente locale, ho lavorato come consulente anche per importanti aziende globali. Oggi sono presidente di una start up cooperativa: evidentemente i grandi amori tornano di prepotenza, quando meno te lo aspetti. Nel lavoro mi piace condividere progetti, costruire percorsi inediti, fare squadra, veder crescere giovani professionalità. Amo leggere e ascoltare musica, camminare in montagna e, appena possibile, intraprendere un nuovo viaggio.
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