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L’Unicef su migrazione: l’Ue dia massima priorità ai minori

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Mentre all’interno dell’Unione Europea si cerca di fare quadrato intorno all’emergenza dei flussi migratori, l’Unicef lancia l’allarme: si dia massima priorità ai diritti dei minori.

Sono stati più di 95.000 i bambini che nel 2015 hanno toccato le coste europee per sfuggire alla guerra. Un numero che comprende storie di drammi, abusi e sfruttamento. Non a caso l’Interpol ha stimato che un bambino su nove risulterebbe disperso, mancante all’appello tra quelli non accompagnati.

La gravità di questa situazione è stata espressa e spiegata dal coordinatore speciale Unicef per i rifugiati e la crisi migranti in Europa Marie Pierre Poirier secondo cui «i minorenni non accompagnati sono vittime di falle. Molti semplicemente scappano dai centri di accoglienza per unirsi alle loro famiglie allargate mentre aspettano, o perché non hanno avuto un pieno ascolto della determinazione del loro superiore interesse o i loro diritti non sono stati spiegati».

L’Unicef ribadisce l’urgenza di un’azione immediata anche attraverso la voce di Noala Skinner, Direttore dell’Ufficio di Bruxelles: «Bisogna dare priorità alla protezione dei bambini, affinché il sistema comune di asilo dell’Europa sia umano, giusto ed efficiente».

Per questo motivo l’Ong ha tracciato le sue linee guida indicando all’Unione Europea le vie da seguire:

  • Prendere decisioni tempestive per contrastare l’esposizione dei bambini a rischi: stando all’attuale regolamento di Dublino, tra l’arrivo di un bambino e il suo trasferimento in uno Stato che prenderà in esame la sua richiesta possono trascorrere 11 mesi. Un processo così lento può ostacolare la riunificazione familiare ed esporre i bambini a diversi rischi. L’Unicef raccomanda un tempo massimo di 3 mesi;
  • Condividere rapidamente le informazioni: gli Stati dovrebbero assicurare a ogni bambino – che sia accompagnato o meno da un membro della famiglia – di ricevere tempestivamente (in 72 ore) informazioni sul diritto a richiedere protezione internazionale e su come poterlo fare;
  • Armonizzare l’applicazione del principio del “superiore interesse” per ogni bambino non accompagnato e separato: tutti gli Stati dovrebbero applicare gli stessi criteri (come il benessere e la sicurezza dei bambini) quando prendono in considerazione il loro futuro. L’ascolto dei bambini dovrebbe essere garantito durante tutto il processo;
  • Garantire una maggiore disponibilità di risorse e di personale qualificato per assicurare che i tutori siano immediatamente nominati per proteggere, guidare e sostenere adeguatamente un minorenne non accompagnato o separato.
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