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Milano è la regina dell’innovazione sociale. Ve ne abbiamo dato notizia nei giorni scorsi (leggi l’articolo) e oggi desideriamo tornare sull’argomento per cercare di comprendere meglio quali siano le scelte strategie attuate dall’amministrazione comunale del capoluogo lombardo in tale direzione e quali le possibili buone prassi da poter replicare anche in altri contesti italiani.
La ragioni che fanno della città lombarda una smart city sono contenute nel “Libro bianco di Milano sull’innovazione sociale“, il volume presentato nei giorni scorsi a Palazzo Marino dall’assessore alle Politiche per il lavoro Cristina Tajani. Si tratta di un progetto, sviluppato in collaborazione con la Fondazione Brodolini, che racconta il percorso che ha portato la città, negli ultimi cinque anni, a sperimentare soluzioni che promuovono appunto l’innovazione sociale. Lo studio nasce a seguito della partecipazione del Comune di Milano al progetto “Boosting Social Innovation”, all’interno del programma europeo URBACT III, che ha l’obiettivo di avviare un confronto tra le città partecipanti sul tema dell’innovazione sociale, per favorire la creazione di nuovi modelli e nuove forme organizzative in grado di affrontare le nuove sfide sociali. Al progetto aderiscono, oltre a Milano, diverse città europee tra cui Danzica, Barcellona, Torino e Parigi.
In questa sede vogliamo porre all’attenzione dei lettori in particolare sul paragrafo riguardante l’esperienza milanese in tema di innovazione sociale negli ultimi 5 anni, rinviando al testo integrale del Libro (clicca qui) per un maggiore approfondimento.
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[…] quasi due mesi fa abbiamo preso in esame il “Libro bianco di Milano sull’innovazione sociale”. In particolare abbiamo proposto ai lettori di Felicità Pubblica il capitolo dal titolo “La […]