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«La sacralità di ogni essere umano richiede per ognuno rispetto, accoglienza e un lavoro degno». Con queste parole papa Francesco, in visita questa mattina a Prato, città multietnica e primo distretto manifatturiero della moda, ha posto al centro del proprio intervento la dignità dei lavoratori di tutte le nazionalità.
Il pontefice ha poi ricordato i cinque uomini e le due donne di nazionalità cinese morti due anni fa in un incendio nella zona industriale di Prato, che «vivevano e dormivano all’interno dello stesso capannone in cui lavoravano», ha evidenziato, «in una zona era stato ricavato un piccolo dormitorio di cartone e cartongesso, è una tragedia dello sfruttamento e delle condizioni disumane di vita e questo non è lavoro degno». Un riferimento, quello allo sfruttamento dei lavoratori e alle condizioni disumane in cui vivevano i 7 cinesi deceduti il primo dicembre 2013, molto forte soprattutto in una città come Prato, con una forte presenza di cittadini provenienti dall’Oriente e che conta 35 mila addetti e 7.200 imprese dirette del settore tessile.
A questi dati si aggiunge anche il fatto che Prato è una delle città più multiculturali d’Europa ed è il comune italiano con il maggior numero di gruppi etnici, ben 116. La maggior parte degli stranieri proviene dalla Cina (34 mila circa, su una popolazione complessiva di 190.961 persone), seguono l’Albania, la Romania, il Pakistan e il Marocco.
«La vita di ogni comunità», ha aggiunto papa Francesco, «esige che si combattano fino in fondo il cancro della corruzione e il veleno dell’illegalità. Dentro di noi e insieme agli altri, non stanchiamoci mai di lottare per la verità».
Il pontefice è poi partito alla volta di Firenze dove è atteso, questa mattina, al Convegno Ecclesiale Nazionale della Cei. Papa Francesco pranzerà poi alle 12,30 con gli ultimi della città sedendo con loro in un’unica tavolata alla mensa di San Francesco Poverino. Alle 15,30 è in programma, infine, la messa che il santo padre celebrerà nello stadio Artemio Franchi.
Foto di copertina: www.repubblica.it
Sono nata ad Avezzano (L’Aquila) sotto il segno dell’acquario, il 18 febbraio 1981, e dal 2009 vivo a Montesilvano (Pescara). Socievole, chiacchierona e curiosa dalla nascita, ho assecondato questa naturale inclinazione laureandomi a 24 anni in Scienze della Comunicazione a Perugia e scegliendo il giornalismo come ragione di vita prima ancora che come professione. Dopo diverse esperienze come giornalista di carta stampata e televisiva, dal 2012 mi occupo di cronaca per il quotidiano abruzzese il Centro, oltre a curare diversi progetti come freelance. Tra le mie più grandi passioni, oltre alla scrittura, ci sono i viaggi, la fotografia e il cinema, che nel 2011 mi hanno portato a realizzare, come coautrice, un documentario internazionale sulla figura della donna nell’area del Mediterraneo. Dall’estate 2015 ho il privilegio di dirigere il portale Felicità pubblica. Indipendente, idealista e sognatrice, credo nella famiglia, nell’amore, nell’amicizia e nella meritocrazia e spero in un futuro lavorativo migliore per i giovani giornalisti che, come me, preferiscono tenere i sogni in valigia piuttosto che chiuderli in un cassetto.
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