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Quanto ci costa la perdita di biodiversità?

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La perdita di biodiversità costa all’Unione Europea il 3% del Pil, circa 450 miliardi di euro l’anno a causa dell’assenza di acqua e aria pulita, terreno coltivabile e cibo. E’ il risultato dell’indagine annuale “Eurobarometer” promossa dalla Commissione Europea e dedicata quest’anno al tema della biodiversità.

All’indagine svolta dall’Ue è stato affiancato un sondaggio condotto tra i cittadini europei in merito alla biodiversità e all’impegno delle istituzioni europee al riguardo.

In Italia, l’89% degli intervistati pensa che l’Unione Europea debba occuparsi delle questioni sulla biodiversità nell’ambito dei processi di pianificazione e investimento in campo infrastrutturale; il 90% ritiene che il legislatore europeo debba adottare un sistema di norme più inclini alla tutela della biodiversità e dell’ambiente.

L’Ue ha adottato una strategia per fermare la perdita di biodiversità entro il 2020. Dalla valutazione compiuta emerge che occorre fare molto di più sul terreno per tradurre le politiche dell’Ue in azioni concrete. Più dei tre quarti dei principali habitat naturali nell’Ue sono a oggi in condizioni insufficienti, e molte specie sono a rischio di estinzione.

Come spiega il Commissario responsabile per l’Ambiente, gli affari marittimi e la pesca, Karmenu Vella: «perdere biodiversità significa perdere il nostro sistema di sostegno alla vita. Non possiamo permettercelo, né può permetterselo la nostra economia».

Attualmente la Commissione è coinvolta in un progetto di carattere globale chiamato “The Economics of Ecosystems and Biodiversity” (Teeb) che si pone come scopo quello di far comprendere meglio l’importanza della tutela della natura.

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