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Strutture socio-assistenziali in PPP

L’utilizzo del modello di partenariato pubblico-privato per la realizzazione e gestione di strutture socio-assistenziali non è ancora particolarmente diffuso nel nostro paese; tuttavia le difficoltà sempre più marcate della finanza pubblica rendono evidente la necessità di costruire rapidamente “alleanze” non occasionali tra gli enti pubblici locali e i soggetti del privato sociale. Si tratta, infatti, di mettere a sistema funzioni, competenze, risorse per definire soluzioni originali.

Particolarmente interessante, in questa prospettiva, il lavoro di indagine compiuto nel Manuale operativo “Strutture socio-assistenziali in partenariato pubblico privato”, curato da ASSET Camera, Azienda Speciale della Camera di Commercio di Roma, con la collaborazione di CRESME Europa Servizi, pubblicato a inizio del corrente anno (si rinvia, in proposito, alla pagina web [1] del sito istituzionale). Volendo tralasciare sia l’inquadramento normativo, sia l’analisi del mercato dei servizi alla persona, si suggerisce al lettore di soffermare l’attenzione su uno dei due casi studio riportati.

L’esperienza riguarda la rifunzionalizzazione dell’ex scuola elementare di Buccinigo nel Comune di Erba, in provincia di Como. Nel 2011 la cooperativa sociale Sim–Patia, ai sensi dell’art.153 del D.Lgs 163/06, avanza un proposta di project financing per l’adeguamento e la ristrutturazione dell’immobile al fine di realizzare “appartamenti per l’autonomia”. “Il progetto presentato dalla Cooperativa nasce dal bisogno di offrire abitazioni accessibili e monitorate per persone non più in condizioni di poter vivere da sole ma che richiedono di continuare una vita autonoma, in condizioni protette. Si rivolge, dunque, a persone con disabilità fisica, maggiorenni, che vogliono sperimentare o continuare una propria vita autonoma con la possibilità di essere assistiti in alcuni momenti della giornata e monitorati a distanza per il resto delle 24 ore”. Un servizio rivolto a persone con difficoltà fisiche e cognitive per garantire una migliore qualità della vita rispetto alle tradizionali residenze sanitarie per disabili o alle residenze sanitarie assistite per anziani e, allo stesso tempo, orientato a ridurre i costi per la collettività.

La ristrutturazione è finalizzata a trasformare l’ex scuola in due appartamenti, ciascuno per cinque persone disabili, dotati di una palestra per l’attività di riabilitazione e uno spazio esterno comune aperto alla comunità locale. Il progetto prevede l’abbattimento di ogni barriera architettonica e la dotazione di attrezzature domestiche “intelligenti”.

“L’assistenza in ogni appartamento sarà garantita dal personale assistenziale di supporto che interverrà la mattina a orari prefissati e concordati con gli ospiti, per garantire loro la possibilità di un’adeguata igiene, vestizione e assunzione della colazione. Lo svolgersi della giornata verrà poi concordato con l’educatore di riferimento nel progetto educativo individualizzato, privilegiando una condizione di normalità e autonomia e cercando, nei limiti del possibile, di occupare il tempo per un lavoro che non sia semplicemente terapia occupazionale, ma un vero lavoro che produca reddito. All’ora di pranzo, così come all’ora di cena, sarà garantita l’assistenza da parte del personale assistenziale di supporto per coloro che necessitano di aiuto nell’assunzione e/o nella preparazione del pasto. È prevista anche la figura del volontario, soprattutto come elemento di socializzazione e di integrazione con il territorio”.

Dal punto di vista amministrativo, la Cooperativa sociale Sim-Patia Onlus ha avviato il procedimento presentando una proposta di project financing al Comune di Erba per la ristrutturazione dell’ex scuola. Il costo dell’operazione è a carico del soggetto privato che, a sua volta, intende avvalersi di specifici finanziamenti di supporto (Regione Lombardia per la domotizzazione degli appartamenti e Fondazione Cariplo nell’ambito degli interventi programmati per l’housing sociale). Al soggetto proponente viene garantito un periodo di trenta anni di gestione della struttura, al termine del quale dovrà restituire al Comune l’immobile adeguatamente ristrutturato per finalità sociali. Nel periodo di affidamento la Cooperativa potrà utilizzare le rette degli utenti per la copertura delle spese di gestione e per “rientrare” dagli investimenti compiuti e dovrà corrispondere un canone di concessione di valore estremamente limitato.

Attualmente, come si può verificare consultando il sito [2]della cooperativa, gli appartamenti sono ancora in corso di allestimento ma già costituiscono parte integrante dell’offerta programmata.

A ragione il Manuale Operativo di Asset Camera sottolinea che “ (…) questo caso studio possiede tutte le caratteristiche necessarie per diventare un modello di riferimento per chi vuole realizzare strutture socio-sanitarie in P.P.P.. Infatti:

Altrettanto interessante la conclusione a cui giunge la Cooperativa Sim-Patia Onlus nella sezione del proprio sito dedicata agli “appartamenti per l’autonomia”. “Oggi la tecnologia,  permette di superare gravi limitazioni e di garantire il recupero di una buona autonomia, tale da rendere possibile una vita più vicina all’esperienza passata, così da garantire un futuro migliore. A queste considerazioni va aggiunto un indubbio vantaggio di ordine economico per tutta la società. Infatti gli “appartamenti per l’autonomia” possono essere utilizzati anche da disabili gravi, che abbiano conservato una discreta capacità cognitiva e che non necessitino di un costante intervento assistenziale. In sostanza ogni persona, che abbia un buon grado cognitivo, che sia in grado di respirare in autonomia e non abbia patologie gravi dal punto di vista cardio-circolatorio, potrebbe usufruire di questi appartamenti e avere una qualità di vita decisamente diversa, rispetto alla permanenza in Residenze Sanitarie per Disabili”.

 

Evoluzione e nuove frontiere della cooperazione italiana [3]
Unione Europea e PPP [4]