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Milano: una città a portata di Alzheimer

Tempo di bilanci nel capoluogo lombardo per tutte le strutture e i servizi messi a disposizione dei malati di Alzheimer e delle loro famiglie

L’occasione per tirare le somme sul prezioso lavoro svolto è stata offerta, ieri, dalla XXII Giornata mondiale sull’Alzheimer. Dall’analisi dei dati emerge che sono 1.500 gli anziani e i loro familiari che, nei primi sei mesi del 2015, si sono rivolti ai servizi della Rete Alzheimer che il Comune di Milano, in collaborazione con alcune realtà del Terzo settore, ha messo a disposizione gratuitamente nelle nove zone della città. In particolare, i nove CPAA (Centri Psicologici Aiuto Alzheimer) hanno offerto 599 colloqui con gli psicologi, 74 contatti e indirizzamento ad altri servizi, 48 incontri con le realtà della Rete per l’Alzheimer. Inoltre, la Linea Verde Alzheimer Milano ha ricevuto circa 600 chiamate da nuclei familiari per informazioni e orientamento ai servizi della Rete e ad altri servizi comunali. E ancora: i 10 Alzheimer Café presenti in città accolgono due volte al mese 150 tra pazienti e relativi familiari, mentre i due Centri d’Incontro avviati lo scorso maggio seguono da vicino i primi 15 pazienti e i loro familiari. «L’Alzheimer è purtroppo una malattia ‘sociale’ che coinvolge non solo gli anziani che ne sono colpiti, ma tutti coloro che vivono al loro fianco e ne condividono la sofferenza», commenta Pierfrancesco Majorino, assessore comunale alle politiche sociali. «La Rete Alzheimer costituisce quel modello milanese di intervento che è la base per la creazione di una vera e propria psicologia delle demenza senile. Per affrontare una malattia tanto insidiosa e per troppo tempo ignorata si deve venire incontro alle esigenze delle famiglie con servizi adeguati come quelli che abbiamo messo a disposizione su tutto il territorio cittadino e che sono possibili, in modo capillare, proprio grazie al lavoro per la cura della persona che abbiamo promosso in questi anni».

Foto di copertina: foto tratte dal progetto fotografico di Alex ten Napel intitolato “Alzheimer”.  [1]

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