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Essere un pesce fuor d’acqua, nell’immaginario collettivo, equivale a sentirsi a disagio; è un modo di dire usato per chi si sente in imbarazzo, fuori posto, che non sa come comportarsi lontano dal proprio ambiente, e si trova visibilmente spaesato come potrebbe trovarsi un pesce fuori dal suo elemento naturale.
E oggigiorno chi è nell’acqua giudica, senza sapere che il giudizio, qualsiasi giudizio, è sempre frutto della paura.
Il libro offre parecchi spunti di riflessione e riporta all’attenzione il vero senso della vita, attraverso il “dialogo”, prima rabbioso e poi amorevolmente accogliente, tra un padre “di successo e perfetto” e suo figlio neonato prematuro Down, inaspettato.
Il dialogo è pieno di pathos ed evidenzia i sentimenti di spiazzamento, colpevolezza, vergogna, rifiuto, accettazione, fiducia, amore.
Al giorno d’oggi la lentezza viene giudicata un difetto, senza pensare che permette di gustare pienamente le cose e le conquiste.
La differenza aiuta a vedere il mondo da più angolazioni, a incantarsi di fronte a tutte le sfumature, a diffondere l’amore, l’amore vero quello senza filtri.
La specialità è una sfida nella società odierna basata sull’apparenza, sul perfezionismo, sullo scarso dialogo. Ma dobbiamo essere promotori tutti di un cambiamento: dobbiamo imparare a essere leggeri e a privarci della sola materia fatta di oggetti, puntando alla ricchezza di umanità, alla condivisione e alle relazioni. Perfino gli uccelli hanno dovuto svuotare le ossa per poter volare!
Ed ecco che uscire dall’acqua diventa una piena libertà, un privilegio, un arricchimento.
Vivo a Pescara e sono Dottore Commercialista e Revisore dei Conti. Ho iniziato a lavorare a 24 anni, immediatamente dopo il conseguimento della laurea in Economia e Commercio. Rifiutando la libera professione, mi sono sempre occupata di progettazione in ambito regionale, nazionale e comunitario, gestione di progetti complessi, coordinamento, rendicontazione. Proprio perché la mia indole è la creatività, mi piace pensare che dietro ogni idea/progetto ci sia un sogno da realizzare. Credo nel lavoro in team, nelle sinergie, nell’integrazione tra più competenze, motivo per cui ho deciso di intraprendere un nuovo viaggio di lavoro con Valerio e Maria Pia. Amo viaggiare con qualsiasi mezzo, da sola, con la famiglia, con gli amici. Ascolto musica, anche insieme ai miei figli Vittorio e Davide, seguo il cinema, mi piace andare sui pattini, ballare. E mi considero una folata di vento improvviso in una stanza (facendo alterare chi mi sta a fianco!).
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