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L’appello è arrivato ieri dal Parlamento europeo che ha sollecitato 9 stati membri, tra cui il Belpaese, di “considerare la possibilità di offrire” alle coppie gay istituzioni giuridiche come “la coabitazione, le unioni di fatto registrate e il matrimonio”. La richiesta è inserita nel paragrafo 85 del Rapporto sulla Situazione dei diritti fondamentali nella Ue approvato ieri a Strasburgo. La nuova sollecitazione da parte dell’Unione Europea arriva a due mesi dalla condanna dell’Italia da parte della Corte europea dei diritti umani di Strasburgo. I giudici avevano, infatti, condannato l’Italia per la violazione dei diritti di tre coppie omosessuali che, avendo chiesto ai rispettivi Comuni di fare le cosiddette pubblicazioni per potersi sposare, si erano visti rifiutare la possibilità.
«La corte ha considerato che la tutela legale attualmente disponibile in Italia per le coppie omosessuali», avevano evidenziato i giudici di Strasburgo, «non solo fallisce nel provvedere ai bisogni chiave di una coppia impegnata in una relazione stabile, ma non è nemmeno sufficientemente affidabile». Per la corte dunque «un’unione civile o una partnership registrata sarebbe il modo più adeguato per riconoscere legalmente le coppie dello stesso sesso».
Sono nata ad Avezzano (L’Aquila) sotto il segno dell’acquario, il 18 febbraio 1981, e dal 2009 vivo a Montesilvano (Pescara). Socievole, chiacchierona e curiosa dalla nascita, ho assecondato questa naturale inclinazione laureandomi a 24 anni in Scienze della Comunicazione a Perugia e scegliendo il giornalismo come ragione di vita prima ancora che come professione. Dopo diverse esperienze come giornalista di carta stampata e televisiva, dal 2012 mi occupo di cronaca per il quotidiano abruzzese il Centro, oltre a curare diversi progetti come freelance. Tra le mie più grandi passioni, oltre alla scrittura, ci sono i viaggi, la fotografia e il cinema, che nel 2011 mi hanno portato a realizzare, come coautrice, un documentario internazionale sulla figura della donna nell’area del Mediterraneo. Dall’estate 2015 ho il privilegio di dirigere il portale Felicità pubblica. Indipendente, idealista e sognatrice, credo nella famiglia, nell’amore, nell’amicizia e nella meritocrazia e spero in un futuro lavorativo migliore per i giovani giornalisti che, come me, preferiscono tenere i sogni in valigia piuttosto che chiuderli in un cassetto.
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