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Il saggio è uno stimolo a renderci più consapevoli nella realtà di oggi e provocare una visione del mercato basata sulla persona e non sull’individuo, sulla felicità pubblica e non sulla ricchezza.
Ripercorre il senso dell’economia civile intesa come processo o movimento culturale, inclusivo ed eterogeneo, ma soprattutto colpisce la definizione di economia civile come sinfonia, vissuta e rivissuta mentre la si esegue, sulla base di uno spartito scritto, ove i protagonisti sono tutti: gli interpreti, il direttore d’orchestra, gli ascoltatori.
Ogni capitolo è preceduto da una citazione (Shakespeare, Epicuro, Dante…); tra le tante riportiamo quella di Platone “Il solco sarà diritto se i due cavalli che trainano l’aratro procedono alla stessa velocità”.
Gli autori, luminari del settore, vanno oltre il capitalismo finanziario di oggi e affrontano argomenti profondi, guardando il mondo dagli occhi di un bambino nato in Congo o di un bambino che nascerà in Europa tra 20 anni. Si pongono domande su quello che sarà il modello di vita e di sviluppo del domani.
Ricco di spunti di storia ed economia, finanza e politica, è una lettura che orienta, tra passato, presente e futuro.
Interessante è la parte dedicata al PIL, questo nome breve e asettico che certamente non indica la felicità, il benessere, la qualità della vita, ma solo il valore dei beni o servizi prodotti. Ma ancora qui si denota la provocazione degli autori rispetto a cosa c’è di buono dietro le attività legate ai giochi d’azzardo o alle slot machine, se creano solo posti di lavoro ma non benessere.
Da sottolineare i capitoli sui beni comuni e sulla responsabilità sociale delle imprese e del consum-attore, ricchi di riflessioni e approfondimenti.
Infine, evidenziamo la giusta scelta dell’immagine in copertina: un tandem verde, per andare insieme verso una stessa direzione!
Vivo a Pescara e sono Dottore Commercialista e Revisore dei Conti. Ho iniziato a lavorare a 24 anni, immediatamente dopo il conseguimento della laurea in Economia e Commercio. Rifiutando la libera professione, mi sono sempre occupata di progettazione in ambito regionale, nazionale e comunitario, gestione di progetti complessi, coordinamento, rendicontazione. Proprio perché la mia indole è la creatività, mi piace pensare che dietro ogni idea/progetto ci sia un sogno da realizzare. Credo nel lavoro in team, nelle sinergie, nell’integrazione tra più competenze, motivo per cui ho deciso di intraprendere un nuovo viaggio di lavoro con Valerio e Maria Pia. Amo viaggiare con qualsiasi mezzo, da sola, con la famiglia, con gli amici. Ascolto musica, anche insieme ai miei figli Vittorio e Davide, seguo il cinema, mi piace andare sui pattini, ballare. E mi considero una folata di vento improvviso in una stanza (facendo alterare chi mi sta a fianco!).
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